Ricordando Nino Caponnetto
“Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli. State attenti, siate vigili, siate sentinelle di voi stessi! L’avvenire è nelle vostre mani. Ricordatelo sempre!”.
Sono alcune delle parole che Antonino Caponnetto (amorevolmente chiamato nonno Nino) rivolgeva ai ragazzi che incontrava nelle scuole promuovendo percorsi di legalità.
Il 6 dicembre ricorreva il 21° anniversario della morte del capo di quel pool antimafia di Palermo con Falcone, Borsellino, Natoli, Guarnotta, Di Lello. Quelle parole rappresentano il sale della lotta alle mafie, sono profonde e vere. Sono la linfa di un’educazione capace di percorrere l’altra strada.
Solo innamorandosi della vita si può stare sull’altra riva. È quello l’argine alla mentalità mafiogena che infetta le coscienze e il Paese fino a consentire l’esistenza delle organizzazioni criminali.
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