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Droghe sintetiche e “dark web”: un intreccio davvero pericoloso

Piero Innocenti il . Droga, Forze dell'Ordine, Giovani, Mafie, SIcurezza

Nel corso del 2023, alla data del 30 settembre, le forze di polizia hanno sequestrato su tutto il territorio nazionale 72,32kg di droghe sintetiche in polvere (102,95 kg nel 2022) e 12.598 in dosi (superando, così, le 10.530 compresse dell’intero 2022). Si tratta di dati – non consolidati – elaborati ai primi di ottobre scorso dalla DCSA (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga).

Il picco massimo dei sequestri si è annotato nel 2019 con 56.520 dosi e nel 2020 con 14.293 kg di prodotti in polvere: ben 14.000 kg di amfetamine (captagon) sequestrate a bordo di una nave nel porto di Salerno e destinate verosimilmente al mercato medio orientale. Tra le sostanza incluse in questo contenitore in cui sono ricompresi tutti gli stupefacenti sintetici, la metamfetamina da sola rappresenta la quota più consistente (il 43% del totale) delle droghe di sintesi intercettate.

La DCSA nella relazione annuale 2023 (su dati 2022) rileva che “un realistico esame dei sequestri delle droghe sintetiche porta a ritenere, comunque, che il sotteso fenomeno di consumo sia nel nostro Paese, ancora, tutto sommato contenuto”.

Si tratta di droghe, pericolose per la salute, utilizzate dai giovani in contesti aggregativi (discoteche, night club, circoli privati, stadi) e la cui domanda in espansione è oggetto di particolare attenzione dalla criminalità per i profitti che ne derivano.

Il commercio di queste droghe (“designer drugs” o “droghe su misura”) avviene con buona frequenza, come sottolinea la DCSA, attraverso siti che operano nel “dark web”, accessibili esclusivamente attraverso sistemi di crittografia per rendere molto difficoltosa l’identificazione delle persone coinvolte ed il tracciamento dei pagamenti. Sfruttando, così, le grandi potenzialità offerte dal web, si possono effettuare ordini telematici e ricevere la droga a casa attraverso le spedizioni postali.

Nel 2022, le droghe sintetiche sequestrate nel corso di operazioni antidroga sono state rinvenute nella maggior parte dei casi occultate sulla persona (107), all’interno di pacchi o lettere postali (97), nelle abitazioni (86) e complessivamente sono state denunciate all’autorità giudiziaria per traffico/spaccio 322 persone di cui 140 stranieri (in prevalenza filippini e cinesi).

Contrariamente alle droghe tradizionali che necessitano di particolari processi di lavorazione, quelle di sintesi si possono produrre con relativa facilità in laboratori non molto sofisticati e impiegando sostanze facilmente reperibili e non soggette a particolari vincoli sia per la produzione che per la detenzione.

Il traffico di queste sostanze genera profitti che possono oscillare tra il 700 ed il 1.000%, con costi aggiuntivi limitati e riferibili per lo più a quelli per il viaggio dal paese di produzione, con rischi abbastanza contenuti per la facilità con cui queste droghe possono essere occultate nei doppifondi ricavati dei veicoli, in treno o sulla persona.

I maggiori produttori di amfetamine sono la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Olanda (ma anche Germania e Regno Unito dove, in passato, sono stati individuati e smantellati almeno una trentina di laboratori clandestini), grazie anche alla presenza e alla “operosità” di molti chimici.

In Italia le tre molecole di origine chimica commercializzate sono la MDA (metilendiossiamfetamina), la MDMA (metilendiossimetilamfetamina) nota anche come XTC, ecstasy, adam e la MDEA (metilendiossietilamfetmina).

L’operazione condotta dai finanzieri a Firenze nel luglio di quest’anno, con il sequestro, tra l’altro, di 3 kg e mezzo di amfetamine e di oltre 6mila pasticche di ecstasy (si presentano in varie forme, circolari, a cuore, ottagonali e nei più svariati colori), sono la conferma di come la domanda di queste droghe sia ancora alta.

L’ecstasy, lo ricordiamo, deriva da modificazioni chimiche apportate sulla struttura di base della mescalina (alcaloide estratto da varie specie di cactus messicani denominati genericamente Peyote e dotata di proprietà allucinogene) e dall’amfetamina.

La MDMA, sintetizzata in Germania nel 1914 ed usata come anoressico, non fu mai registrata nell’elenco farmacologico di quel Paese ed è rimasta sconosciuta sulla scena delle sostanze stupefacenti fino agli anni Settanta quando iniziò a diffondersi come amfetaminico-allucinogeno.

Le forze di polizia italiane hanno accresciuto nel tempo la capacità di intervento, in particolare nel territorio virtuale di internet dove si fa sempre più frequente il ricorso all’utilizzo di particolari software di “anonimizzazione” per rendere più difficile l’individuazione dei fornitori di tali droghe.

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