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Il contrasto al narcotraffico nel 2023

Piero Innocenti il . Droga, Forze dell'Ordine, Giovani, Istituzioni, Politica, SIcurezza, Società

La cosa più sorprendente, almeno per chi segue il fenomeno del narcotraffico, è la straordinaria diffusione delle coltivazioni domestiche di piante di cannabis che si è andata registrando negli ultimi anni in quasi tutto il Paese fino ad interessare ben 85 province dove, nel trimestre luglio/settembre 2023, le forze di polizia hanno sequestrato complessivamente ben 57.058 piante.

È quanto emerge dai dati statistici elaborati il 3 ottobre scorso dalla DCSA (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga- Dipartimento della Pubblica Sicurezza) con valori che oscillano dalle poche piante coltivate in casa (1 a Isernia, 2 a Taranto, 4 a Teramo) per arrivare alle 11.846 di una vera coltivazione a Vibo Valentia, alle 6.348 di Cosenza, alle 5.454 di Foggia.

La “voglia” di droghe continua, dunque, ad espandersi ed il bilancio, provvisorio, delle attività di contrasto mostra la grande quantità di stupefacenti in circolazione e la forte domanda che si rileva un po’ ovunque: 55.535 i kg di stupefacenti sequestrati complessivamente nel 2023 – al termine di 14.061 operazioni – di cui 18.137kg di cocaina (oltre 5 ton. intercettate su un peschereccio calabrese in un tratto di mare prospiciente le coste agrigentine), 18.271kg di marijuana, 17.949kg di hashish, circa 937 kg di “altre droghe” (comprendono, tra l’altro, il Khat, i bulbi del papavero da oppio, droghe consumate generalmente da alcune comunità di stranieri residenti in Italia).

Degno di nota l’impegno delle forze di polizia che ha portato alla denuncia all’autorità giudiziaria per traffico e spaccio di 18.648 persone nei primi nove mesi dell’anno, di cui ben 6.632 stranieri (in prevalenza di nazionalità marocchina, tunisina, nigeriana, albanese), 1.369 donne e 857 minorenni.

Il mercato della cocaina è sempre il principale interesse dei gruppi criminali per gli elevati margini di guadagno e sta raggiungendo un bacino di consumatori sempre più vasto. È sufficiente dare uno sguardo ai sequestri di tale sostanza passati dai 3.634kg del 2018 ai 21.386kg del 2021, al record dei 26.099kg del 2022 con la denuncia, nel 2022, per traffico/spaccio di tale droga, di 12.148 persone di cui 4.394 stranieri (albanesi in testa seguiti dai marocchini, tunisini, senegalesi e nigeriani).

La produzione annuale di cocaina nei tre paesi andini (Colombia, Bolivia, Perù) è aumentata a oltre 2mila tonnellate e le spedizioni in partenza dai vari porti sudamericani si susseguono a ritmo incalzante come si rileva anche dai sequestri effettuati negli ultimi tre mesi (alcuni giorni fa, nell’Oceano Pacifico a sud-ovest della Colombia, un semisommergibile con 3 tonnellate di cocaina, nel porto di Rotterdam, in agosto, il sequestro record di oltre 8 ton. occultate in un container, ad Amburgo, alla fine di luglio, ben 10 ton. bloccate provenienti dal Paraguay).

Il mercato degli stupefacenti è diventato sempre più esteso e complesso anche in conseguenza della varietà dei sistemi relazionali che legano i gruppi criminali coinvolti (sempre più fitte le interazioni e le sinergie tra componenti stranieri e gruppi italiani) che si accordano tra loro per massimizzare i profitti (anche nella gestione delle droghe sintetiche tenuto conto della forte espansione di tale mercato che si è andata registrando negli ultimi anni).

Continua, inarrestabile, quel processo di narcotizzazione iniziato anni fa e causa di tanti problemi di criminalità.

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Il 2023 dell’antidroga nazionale in calo ma “tira” sempre di più la cocaina

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