Insicurezza pubblica: aumentata la criminalità predatoria
Il quadro generale – “Indice della criminalità” – che emerge dalla elaborazione fatta nei giorni scorsi da Il Sole24Ore, su dati forniti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sulla delittuosità in Italia nel 2022 e nei primi sei mesi del 2023, ci mostra una delinquenza predatoria decisamente più intraprendente rispetto agli ultimi anni, soprattutto in confronto al biennio 2020/2021 quando la pandemia da Covid aveva imposto forti restrizioni alla mobilità delle persone e a molte attività commerciali, determinando, così, un calo apprezzabile dei delitti.
Si arriva, così, a 2,26 milioni di delitti enunciati nel 2022 su tutto il territorio nazionale (i delitti commessi sono di più ma, come noto, per vari motivi alcune vittime non presentano più le denunce), un meno 2,6% quelli denunciati nel primo semestre del 2023 (dati provvisori) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma sono aumentati i furti con strappo (13.405) nel 2022, le percosse (16.142), le rapine in strada (15.121) con un incremento anche in questo scorcio di anno; le estorsioni (aumentate addirittura del 34% rispetto al 2019).
Non poca preoccupazione quella espressa dal direttore del Servizio Analisi Criminale (ufficio interforze in ambito del Dipartimento della Pubblica Sicurezza) secondo cui nel 2023 “alcune forme di criminalità di strada stanno crescendo più di altre” come i furti con destrezza (+11,2% rispetto al primo semestre del 2022), quelli sulle auto in sosta (+11,4%), quelli di motocicli (+11,5%), di autovetture (+7,2%), i furti e le rapine nelle case, rispettivamente un +5,6% e un + 7,2%.
Un quadro, dunque, non entusiasmante che vede, giornalmente, una media di 5.930 delitti denunciati (5.764 nel 2022) di cui ben 2.631 furti (nel 2022 la media era stata di 2.447 al giorno). Aumentati anche gli incendi (7.002 nel 2022) con Crotone che ha registrato il maggior numero di eventi (71 per 100mila abitanti) e le violenze sessuali (6.293), con Imperia e Bologna che hanno rilevato il maggior numero di delitti per 100mila ab. (rispettivamente di 23,5 e di 21,6).
Fa sempre una certa impressione vedere Rimini in seconda posizione a livello nazionale nell’indice della criminalità con 6.246 delitti denunciati ogni 100mila abitanti, preceduta da Milano (6.991) e seguita da Roma (5.485).
Non sono stati forniti i dati sulle lesioni dolose che sono state numerose sia nel 2022 che quest’anno, stando ai moltissimi episodi di violenza, spesso giovanile, annotati dalla cronaca e che abbiamo potuto annotare giornalmente visionando la rassegna stampa locale sul sito della Polizia di Stato.
Non è stato indicato neanche il dato relativo agli autori dei delitti scoperti che, in un recente passato, si era attestato mediamente intorno al 25% sul totale dei delitti denunciati.
Si parla spesso di prevenzione che non può essere ricondotta, come si sente ripetere troppo spesso, a più telecamere di vigilanza nelle strade, a riqualificazione di spazi pubblici con una adeguata illuminazione, ad installare sistemi di allarme e grate nelle case (il 22.5% degli italiani, secondo un’indagine Eurispes del 2023, ha installato un sistema di allarme in casa).
Si invoca, almeno in alcune città, il ritorno di militari dell’esercito ma credo che la terapia migliore resti sempre quella di una adeguata presenza di poliziotti e carabinieri nell’arco della giornata e questo è possibile soltanto assicurando il potenziamento degli organici dei due Corpi fermi ad oltre trent’anni.
Nel settore del contrasto al traffico/spaccio di stupefacenti, ambito nel quale trae ingenti profitti la grande criminalità e gruppi criminali minori, si registra un calo nel 2022 con 30.326 delitti rispetto ai 39.290 del 2019 in parte dovuto alla esigenza di “strumenti investigativi più raffinati per questo tipo di criminalità” (direttore Servizio Analisi Criminale).
La sensazione, tuttavia, è che si sia attenuata l’attenzione in generale sullo spaccio di droghe e che ci sia una sorta di assuefazione per un fenomeno criminale che appare incontrollabile.
Naturalmente una legislazione penal-processuale più adeguata alla realtà criminale (la c.d. riforma Cartabia non ha agevolato certamente le funzioni della polizia giudiziaria) e processi rapidi, consentirebbero livelli di maggiore sicurezza e tranquillità per i cittadini. Però non mi pare che si stia andando in questa direzione.
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