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Erano 4 amici al bar che non volevano cambiare il mondo, ma “Libera” a Brescia sì

Nando dalla Chiesa il . Associazioni, Cultura, Giovani, Lombardia, Mafie, Memoria, Società

Quattro amici al bar, più uno che ero io. La vita riserva sorprese imprevedibili.

Metti una sera a Brescia. Metti un corso popolare di formazione antimafia; affollato, mica militanti ma cittadini interessati. Metti un fresco che scende man mano che si alzano le stelle. Metti che fuori dal bellissimo palazzo, il Mo.Ca, in cui si è tenuta la prima lezione la gente indugi un poco. Finché perfino le giovani venute apposta da Milano prendono la strada del ritorno.

È allora che quattro persone si guardano in faccia con un interrogativo stampato negli occhi orgogliosi. Un giovane cantautore romantico e partigiano, un’elegante fisioterapista, sua compagna, un maturo signore onnisciente che dona generosamente libri rari, un prete pacifista, don Fabio, detto “cespuglio” per via della montagna di ricci capelli che lo sormonta. “Perché non restiamo qui?”, sembrano dirsi.

La piazzetta Sant’Alessandro davanti al portone è semideserta, il buio è ormai totale, nessun azzurrognolo nel cielo. Un bar deserto a doppia vetrata lì davanti sembra incoraggiare la risposta: fermiamoci un po’ a parlare. I quattro si dirigono così verso uno dei grandi tavoli in ferro disposti davanti alle vetrate. Io, da perfetto tiratardi, mi aggiungo a loro.

Si ordinano birre di diverso colore e volume. Poi inizia la conversazione. Soddisfazione croccante per come è andata la serata. E chi l’avrebbe detto che a Bergamo-Brescia capitali della cultura sarebbe stato possibile inserire nel programma ufficiale un corso popolare di formazione antimafia? Invece è andata benissimo, si dicono, non è vero che la gente non ne vuole sapere. Nominano quelli che mai avrebbero pensato di trovare. Anche l’assessore che ha ricordato che quando c’erano i partiti queste cose le facevano loro, che lui era andato in Sicilia dopo la morte di La Torre perché gliene avevano parlato in sezione.

Si trovano tutti d’accordo sulla necessità che Brescia si impegni di più su questo tema, sottolineano la differenza tra le ricchezze del movimento antimafia a Bergamo e le debolezze e le liti e le pigrizie di quello di Brescia, città dal grande patrimonio cattolico-solidale.

Ricordano singoli episodi cialtroneschi, disastrose performance di finti esperti (una questione nazionale, preciso loro), rimpiangono tempi più felici; il più anziano riecheggia addirittura la grande assemblea universitaria fatta con la Rete di Orlando e Caponnetto nel 1991. E accenti mogi per la crisi cittadina di Libera.

“Perché Libera non la rifondate voi?”, gli chiedo allora di botto, non so neanch’io se per gioco o sul serio. Un lampo passa per gli occhi dei miei amici. In effetti mi ci impegnerei, dice il prete pacifista. C’è un sacco di gente, a Brescia, innamorata della bandiera di Libera, ma manca chi la organizzi, osserva il cantautore, a sua volta dirigente di una cooperativa che trova casa agli immigrati. Giunge in quel mentre il gestore del bar, un giovane muscoloso che scioglie i grandi nodi a cui stanno appese le lampadine.

La piazzetta, ormai svuotata, sembra raccogliersi intorno a noi. Ricordate il Modugno del “Vecchio frack?” “È giunta mezzanotte, si spengono i rumori, si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè, le strade son deserte…”. Magia pura. Siamo una canzone di Paoli piantata in una canzone di Modugno.

Scopro così che i quattro amici al bar hanno preso sul serio il mio invito. E hanno iniziato a dire “come sarebbe bello” e “bisognerebbe”…La serietà deve avere colpito anche il gestore del bar, all’apparenza un rumeno. Perché con la sua socia tira giù la serranda e dice rivolto a noi “continuate pure”, lasciando bicchieri e recipienti sul tavolo di ferro. Tutto è spento, solo lampioni e stelle. Chissà che cosa ne nascerà.

Però vedere l’antimafia che risorge così è bello. Senza finanziamenti, senza onorificenze, ma da quattro birre (più la mia) apparecchiate per gente generosa da un barista generoso.

Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 02/10/2023

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Narrazione Gomorra. Basta dare ai ragazzi i derivati degeneri del bestseller di Saviano

Scuola Popolare Antimafia Bergamo – Brescia, edizione 2023

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