Onu, cambiare o scomparire
È in corso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la stampa sembra tutta concentrata sulle cene di Meloni. Roba da non crederci!
La posta in palio è ben più alta e importante dei party del Presidente Usa e della pizza italiana. In quell’assise mondiale, i popoli del mondo avevano seminato il sogno di preservare la terra e le future generazioni dal “flagello della guerra”.
L’Onu doveva essere lo strumento sovranazionale efficace per intervenire a soccorrere le vittime delle carestie, della fame, delle dittature… E invece guardatela oggi questo esempio di democrazia che non è capace di esercitarla nemmeno al suo interno facendo permanere un anacronistico, paralizzante e dannoso diritto di veto.
Pochi se ne sono accorti ma il Segretario generale Guterrez, nel suo intervento è arrivato ad affermare: “O si avvia la riforma delle Nazioni Unite o è la rottura, le istituzioni invece di essere la soluzione rischiano di diventare parte del problema”.
Infatti è vero che anche agli occhi di chi non si intende di queste cose, appare del tutto evidente che il G20, il G8, i Brics e la Nato sono diventati alcuni dei luoghi decisionali soverchianti rispetto a questo vecchio utensile dell’Onu. Eppure non staremmo qui a occuparcene se non credessimo davvero che possa servire a ridurre sofferenza e morte nel mondo.
Ma per prima cosa deve riformarsi in senso democratico e aggiornarsi rispetto a un assetto geopolitico profondamente cambiato rispetto alla sua istituzione.
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