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Migranti, un governo indifendibile

Pierluigi Ermini il . Diritti, Istituzioni, Migranti, Politica

Quale Dio intende difendere Giorgia Meloni?

Dovrebbe porsi questa domanda la nostra premier, perché forse scoprirebbe che il Dio a cui lei pensa non è il Dio di cui ci ha parlato Gesù, un Dio che non si smette mai di conoscere, che si svela giorno per giorno, che ha un solo dogma, quello dell’amore.

Un Dio che ha scelto di amare l’umanità e per questa sua scelta ci ha resi liberi, rimanendo lui sempre fedele alla sua scelta di amore.

Questo è il Dio del cristianesimo e anche del cattolicesimo e se lei vuole difendere la cultura e la visione della vita che da questa religione discende, quanto sta facendo sul fronte della migrazione è quanto di più lontano ci possa essere dalla visione del Dio della Bibbia.

Dalla fine del progetto Mare Nostrum in poi, voluto dal governo Letta dopo la strage di migranti di Lampedusa nel 2013, che aveva portato a un’azione di salvataggio prima delle persone e prodotto poi in Italia una politica migratoria di un’accoglienza diffusa in tutto il territorio nazionale, è stato un susseguirsi di errori, di azioni incomprensibili, dettate solo da una visione ottusa, senza misericordia, con il solo fine di evitare gli arrivi a qualunque costo.

Ma lei che dice di credere nel Dio Della Bibbia, il Dio per eccellenza dell’uomo migrante su questa terra, ad iniziare da Abramo, da Mosè, fino a Gesù, per poi continuare con tutti gli apostoli, con Paolo di Tarso, che si muoveranno nel mondo allora conosciuto guidati dalla loro fede, dovrebbe aver chiaro che l’umanità in cerca di un futuro migliore, com’è suo diritto, non si ferma.

E che vanno individuate strade giuste, per permettere e regolare arrivi, aiutare popoli affamati, per dare risposte ai bisogni anche economici del nostro paese e di chi fugge da luoghi dove la vita non è degna di essere vissuta.

Molto spesso a causa del nostro modo di vivere in Occidente.

Aver distrutto il sistema di accoglienza come ha iniziato a fare Marco Minniti con i suoi assurdi accordi con la Libia, e poi continuato a fare quel mago della politica che ha il nome di Matteo Salvini, che ha reso clandestini centinaia di migliaia di migranti, senza possibilità di una casa, di un  lavoro, di assistenza, è quanto di più grave si potesse fare.

Solo pensando al domani, al proprio consenso, senza una visione sul futuro.

Neanche una guerra nella nostra Europa, i disastri ambientali causati soprattutto da un liberismo sfrenato che produce sempre più poveri, una pandemia che ha causato disastri economici e sanitari, inducono la politica a cercare strade nuove e diverse da quelle di una chiusura di confini e di costruzione di nuovi muri.

Così continua a fare Giorgia Meloni con il suo decreto Cutro, che rende ancor più difficile avere un permesso di soggiorno e che costringe le navi delle Ong a girare lungo i nostri mari verso i “porti sicuri” per impedire il più possibile i salvataggi.

Ora si arriva all’annuncio dei centri di permanenza in attesa dei rimpatri allungati a 18 mesi e di fatto trasformati in vere prigioni gestite dai militari, e all’annuncio dei famosi blocchi navali, che non si capisce effettuati con quali modalità.

Il Dio della Bibbia non si difende così e neanche la cultura che nasce dalla Sua visione del mondo; così facendo si tradiscono invece le sue aspettative e il valore della dignità di ogni uomo che vive e si muove su questa terra.

È questo quello che ci tramanda la storia della nostra cultura, ciò che l’unione del cristianesimo con l’illuminismo ha prodotto: i diritti inviolabili di ogni persona che tocca la terra della nostra Europa.

Inoltre la nostra cultura ci insegna che occorre avere anche lo sguardo dell’altro quando si affrontano le grandi sfide a cui siamo chiamati.

In questo caso non esiste lo sguardo, la storia, le avventure e tragedie che un migrante affronta nella sua fuga dal niente verso una speranza.

Consiglio al nostro governo, la visione del film “Io capitano” non a caso vincitore del Leone d’argento al festival di Venezia, per vestire per un attimo i panni dell’altro prima di prendere decisioni dettate non da una visione ampia del problema.

Questa non è la politica di cui abbiamo bisogno.

Dio ci insegna ad amare il prossimo tuo; oggi fanno parte del nostro prossimo anche i migranti che arrivano qui da noi.

Per questo occorrono politiche serie, corridoi umanitari, flussi regolari, arrivi sulla base dei bisogni del paese, accoglienza e non reclusione, integrazione e non clandestinità.

Cara Giorgia Meloni, le tue scelte e quelle del tuo governo non difendono il Dio della Bibbia e tradiscono l’uomo e il suo valore, nato dalla nostra cultura.

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