Oggi il ricordo di Andrea Purgatori a Bologna
Presto uno spazio a lui dedicato.
Anche di questo si parlerà questa sera alla Festa dell’Unità di Bologna con Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti di Art. 21, Antonella Napoli, giornalista e scrittrice, il vignettista Mauro Biani e Olivio Romanini caporedattore del Corriere della sera di Bologna.
Saranno presenti i figli di Andrea, che vorranno ricordare il padre e ringraziare il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, per aver accettato e fatta propria l’idea di questo “particolare” ricordo.
È ormai da tutti legare il nome di Andrea ad Ustica, al Muro di gomma, al lungo impegno per la verità sulla tragedia di un aereo civile partito da Bologna e che è stato abbattuto in un episodio di guerra aerea, all’interno dei confini nazionali, nei cieli di Ustica.
Voglio dire che Andrea è stato molto di più: è stato un professionista sempre coerente, sempre con straordinaria professionalità e che ha voluto essere sempre, sempre, soltanto giornalista. Non ha voluto dare indicazioni, non ha dato ricette alla politica, ha solo voluto cercare e dare notizie, non ha mai preso un ruolo da protagonista nelle vicende, ha sempre voluto raccontare correttamente.
Mi ha colpito al funerale di Roma vedere il feretro portato dai vigili del fuoco e sapere poi che alcuni di loro avevano accompagnato anche il relitto del DC9, da Pratica di mare, dove era stato ricomposto dopo il recupero dal fondo del Tirreno, a Bologna, dove poi è stato collocato all’interno del Museo per la Memoria di Ustica.
Anche simbolicamente, fino alla fine, un legame profondo, incancellabile tra Andrea e questa terribile vicenda di Ustica.
È una storia che inizia proprio la sera stessa della tragedia, il 27 giugno 1980, quando un giovane giornalista riceve una telefonata drammatica: “l’aereo civile è stato abbattuto, non ti lasciare ingannare”; da allora ha uno scopo: cercare quella verità che si vuole a tutti i costi nascondere.
Ci racconteranno infatti di cedimento strutturale, faranno fallire la compagnia Itavia, saranno distrutti tutti i documenti in lungo e in largo nei diversi siti radar di tutta Italia, ma rimarrà la voglia di verità, la determinazione forte, la ricerca continua di Andrea, ma soprattutto rimarranno, nel profondo delle coscienze, i suoi “perché”.
Non lo nascondo, i suoi perché hanno scosso anche me, hanno spinto all’impegno i parenti delle vittime, sono stati la sponda e lo sprone in tutti questi anni.
E allora è proprio necessario ricordarlo vicino al relitto del DC9, davanti al Museo, perché il suo “dialogo” con la vicenda, in qualche modo, continui. E niente di meglio che lo si possa ricordare proprio con i suoi articoli, con il suo lavoro di giornalista. E già da ora debbo ringraziare il Corriere della Sera che ha messo a disposizione la raccolta completa degli articoli su Ustica.
Specialmente oggi, tenersi stretti ai documenti, quando la falsità dilaga, quando è evidente la volontà di riscrivere la storia, di sovvertire le sentenze, di cercare alibi per i terroristi e collocare bombe sul DC9, tenersi ben stretto il ricordo di Andrea e continuare a pensare le vicende attraverso le sue carte, deve essere l’impegno di questa città.
* Associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica
Fonte: Articolo 21
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