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L’hashish “d.o.p.” che arriva dal Marocco

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga, Forze dell'Ordine, SIcurezza

Il Marocco continua ad essere il maggiore produttore mondiale di resina di cannabis destinata principalmente all’insaziabile mercato europeo.

Ad una produzione annua stimata dalle autorità nazionali di circa 800 tonnellate si contrappone quella fatta da ricercatori francesi di una produzione maggiore, tra le 2.550 e le 3.00o ton. basata sui quantitativi intercettati annualmente e sulle maggiori rese per ettaro delle coltivazioni ottenute nel tempo. Coltivazioni parcellizzate che interessano la zona montagnosa del Rif e affidate alla gestione familiare senza particolari problemi.

Molti anni fa, durante una missione come funzionario della DCSA (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga), ebbi modo di constatare personalmente come in molti villaggi i tetti delle case fossero colmi di foglie di cannabis disposte per l’essiccazione e come tutto avvenisse senza particolari cautele.

Negli ultimi venti anni la superficie coltivata sarebbe passata da oltre 120mila ettari a poco meno di 30mila del 2022 (in relazione ad una intensificata attività di eradicazione) e questo troverebbe conferma anche nei diminuiti sequestri di resina di cannabis effettati dalla polizia marocchina, 301 ton. nel 2022 a fronte delle 511 ton dell’anno prima.

In Italia, nei primi otto mesi del 2023, le forze di polizia hanno sequestrato già circa 20ton, di hashish provenienti dal Marocco (il picco si è avuto nel 2018 con il sequestro di 78ton.) attraverso la tradizionale rotta marittima verso la Spagna ma anche verso le Isole Canarie.

Il Paese ha introdotto anche norme destinate a promuovere la coltivazione e la produzione legale della cannabis ad uso terapeutico e industriale attribuendo tale funzione all’Agenzia Nazionale per la Regolazione delle Attività connesse alla Cannabis (ANRAC), con l’obiettivo di ridurre l’uso illecito della cannabis e di sensibilizzazione sui rischi economici, sociali, sanitari e ambientali collegati.

In tema di traffico e consumo di cocaina i sequestri nel 2022 – 257kg. – hanno registrato un significativo calo rispetto al 2021 (1.087kg) mentre il Paese, secondo le valutazioni dell’esperto italiano per la sicurezza accreditato a Rabat, “..sta divenendo, in misura sempre più crescente, un “hub” ed una piattaforma privilegiata per il transito di cocaina dall’America Latina verso i Paesi europei..” (rel. annuale DCSA 2023).

Non son mancati sequestri di droghe sintetiche con 80mila pasticche di ecstasy e oltre 2milioni di compresse di captagon rinvenute in un container nel porto di Tanger-Med provenienti dal Libano e destinate alla Sierra Leone. Appena 3 i kg di eroina sequestrati.

Gruppi criminali stranieri, tra cui italiani, si associano con fornitori marocchini fornendo Gps, telefoni satellitari e veloci imbarcazioni (zodiac e go-fast) per le attività di trasporto dell’hashish. Per i trasferimenti oscillanti tra i 50 e i 100kg di hashish sono stati utilizzati corrieri e società di trasporto internazionali mentre si è fatto ricorso ai droni per introdurre nelle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla pacchi di cannabis tra i 3kg. e i 10kg.

La collaborazione tra Italia e Marocco in tema di contrasto al narcotraffico già buona sulla scorta di un Accordo del 1987, è destinata a migliorare con la stesura definitiva di un Memorandum Operativo Antidroga.

La cannabis, nelle sue diverse presentazioni di hashish e marijuana continua ad essere la droga maggiormente intercettata nel mercato clandestino nazionale con i marocchini, da molti anni, in testa nella graduatoria nazionale degli stranieri denunciati all’autorità giudiziaria per traffico/spaccio (per ultimo, nel 2022, 674 sul totale di 2.337 stranieri).

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