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Lecco: “Dobbiamo fare rete”. Associazioni e istituzioni a confronto sui beni confiscati

Lecco On Line il . Associazioni, Diritti, Economia, Istituzioni, Lavoro, Lombardia, Mafie

“Quella di Wall Street è una storia dolorosa per questa città”. Si è partiti dall’esperienza della pizzeria Fiore questa mattina durante il seminario “Beni Confiscati – Quale Prospettiva?”, organizzato da CGIL Lombardia, CGIL Lecco, Libera Lombardia e Libera Lecco presso la sede dell’ESPE di via Grandi.

Quella dell’attuale ristorante di via Belfiore 1 è una delle più importanti esperienze lombarde di restituzione alla comunità di un bene confiscato alla criminalità organizzata. Allo stesso tempo, essa è anche simbolo di quanto tale processo, fondamentale per affermare la vittoria delle istituzioni sull’illegalità, possa essere difficoltoso.

“Tutti a Lecco conoscevano Wall Street, era un luogo di incontro importante. Confrontarsi con quanto succedeva veramente lì è stato complicato. E poi, quando l’ho visto la prima volta, era un luogo così brutto e poco manutenuto che mi sono spaventato. Per fortuna ci sono state delle persone che mi hanno preso per mano” ha raccontato Thomas Emmenegger, presidente della Cooperativa Sociale “La Fabbrica di Olinda”, capofila dell’Associazione Temporanea di Scopo che oggi gestisce Fiore e di cui fanno parte anche Arci e Auser Lecco.

“Francesco Coco Trovato fu arrestato nel bunker di via Belfiore il 31 agosto 1992. La confisca della struttura passò in via definitiva nel 1996 ma la pizzeria fu aperta soltanto nel 2017. Fino al 2011 ci fu un rimpallo di responsabilità continuo tra Comune e Prefettura” ha aggiunto Lorenzo Frigerio, in passato referente regionale di Libera. È stato proprio il giornalista, nonché coordinatore della Fondazione Libera Informazione, a moderare i lavori del seminario assieme ad Angela Mondellini della segreteria di CGIL Lombardia.

“Le conferenze dei servizi erano lunghissime o cortissime a seconda di chi era il Prefetto. Per anni si è discusso di progetti irrealizzabili. Si propose di fare degli alloggi per le giovani coppie o un laboratorio di falegnameria per ragazzi. Altri dissero di buttare giù tutto l’edificio per costruire delle mini case per anziani. Si discusse per un anno sulla possibilità di fare lì la caserma dei Vigili del fuoco salvo scoprire che i mezzi erano troppo grandi per entrare nella rimessa” ha proseguito Frigerio. “Mancavano le persone giuste. Quelle persone che finalmente nel 2011 si sedettero intorno a un tavolo in Prefettura e diedero vita a un progetto importante. Virginio Brivio, sindaco di Lecco; Roberto Maroni, presidente della Regione; i Prefetti Marco Valentini prima e Antonella Bellomo poi; Enrico Fontana e Davide Pati per Libera. Ma soprattutto, Paolo Cereda. Senza la sua caparbietà saremmo qui a parlare di un’altra storia”.

Sul nome dell’ex referente provinciale di Libera, scomparso il 12 settembre di sei anni fa, la sala si è lasciata andare ad un grande applauso. “Paolo Cereda e Davide Pati mi dissero che Libera avrebbe coperto le eventuali perdite di esercizio dei primi anni. Quello per me fu un messaggio fondamentale, importante. Mi fece capire che c’era qualcuno che credeva davvero in quel progetto” ha aggiunto Ermenegger.

Lo scopo del seminario di questa mattina era chiaro: ricreare una rete simile a quella che ha dato vita a Fiore e alle altre forme di restituzione alla comunità di beni confiscati attive in provincia di Lecco. “Non c’è solo Fiore. Ricordo l’ex villa di Coco Trovato a Galbiate, trasformata in un centro per anziani integrato: Le Querce di Mamre, gestito dalla cooperativa Arcobaleno. In quella struttura, inaugurata nel 2004 alla presenza di Rita Borsellino, oggi si coltiva la memoria. Poi c’è il Giglio, che da pizzeria in mano a Coco Trovato è diventata un centro di aggregazione gestito dal comune di Lecco e intitolato ad Emanuela Loi” ha ricordato Alberto Bonacina, attuale referente provinciale di Libera.

Benché oggi tutti i beni confiscati nel lecchese siano tornati alla collettività, è chiaro che per alcuni il processo è stato fin troppo complicato. Guardando al futuro, peraltro, non si profila un miglioramento della situazione. “Non possiamo metterci vent’anni per capire cosa fare di un bene confiscato. In Lombardia ci sono casi eclatanti di mala gestione di strutture simili. Tra gli amministratori locali c’è una grossa preoccupazione per il taglio dei fondi PNRR destinati ai progetti di recupero e riqualificazione di questi beni” ha sottolineato con forza Roberto Nigriello, presidente del consiglio comunale di Lecco ma anche vice presidente di Avviso Pubblico.

Come ricordato in seguito da Paolo Lanfranchi, coordinatore provinciale di questa rete di amministratori locali impegnati nella promozione della legalità, il lecchese oggi conta 14 enti contro i 4 aderenti nel 2009. Se il sindaco di Dolzago ha sottolineato la necessità di un cambio culturale tra chi guida gli enti locali, poiché “spesso ci si ricorda della legalità solo in campagna elettorale”, Fabio Bottero, referente regionale di Avviso Pubblico nonché primo cittadino di Trezzano sul Naviglio, ha posto l’accento sul problema della mancanza di personale. “Servono figure formate che possano entrare nella pubblica amministrazione a tutti i livelli e lavorare per restituire i beni confiscati alla comunità affinché in questi luoghi d’ombra torni a splendere la luce” ha sottolineato Bottero. “Dobbiamo lavorare insieme ed essere uniti non solo per portare avanti il contrasto all’illegalità ma anche per chiedere al governo risorse per gli enti locali e programmazione”.

È stata proprio questa necessità di fare rete a radunare nella sede dell’ESPE un pubblico estremamente variegato. Oltre alle associazioni già citate, infatti, erano presenti anche Roberto Invernizzi e Stefano Toselli, rispettivamente Presidente e Coordinatore del Dipartimento Legalità, Trasparenza e Corruzione di ANCI Lombardia. Il secondo, in particolare, ha annunciato che nel 2024 gli amministratori lecchesi saranno coinvolti in diverse attività di formazione sul contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata. C’era poi anche Carlo Malugani, consigliere provinciale, il quale ha ricordato che il 2 ottobre l’ente da lui rappresentato ospiterà il coordinamento regionale di Avviso Pubblico presso la sede di Villa Monastero a Varenna.

Dopo l’intervento di Francesca Seghezzi, la quale ha portato i saluti sia di Diego Riva, segretario generale della CGIL Lecco, sia di Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese, ha preso la parola il Prefetto Sergio Pomponio. “La restituzione dei beni confiscati rappresenta la chiusura di un percorso di lotta alla criminalità organizzata. A volte questa restituzione non ha sortito gli effetti sperati o non si è verificata perché non c’era abbastanza consapevolezza nella comunità. Un bene confiscato va riconsegnato al territorio se è quel territorio è capace di farlo fruttare” ha ricordato Sua Eccellenza.

“Voglio esprimere – ha concluso – un particolare apprezzamento per una recente direttiva del Ministro Piantedosi secondo cui è possibile sfruttare quelli non ancora utilizzati per l’accoglienza dei migranti. Si tratta di un’iniziativa che consentirà di impedire un’escalation. Quelle persone, infatti, possono essere facilmente strumentalizzate dalla criminalità organizzata se non vengono accolte adeguatamente”.

Al termine dei lavori, i partecipanti al seminario si sono spostati proprio presso la pizzeria Fiore per il pranzo.

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