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Cesenatico. Il Matteo “buono” e la sua città in campo contro i soldi sporchi delle mafie

Nando dalla Chiesa il . Criminalità, Emilia-Romagna, Istituzioni, Mafie, Politica, Società

“Scusi, le sto dando le spalle”. Non è un dialogo tra blasonati e attempati signori. Sono le scuse istintive di un sindaco a una ventenne che lo ascolta un po’ in disparte mentre lui spiega a un gruppo di studenti universitari la storia di un bene confiscato alla criminalità organizzata nella sua città: Cesenatico, provincia di Forlì-Cesena.

Buona e antica educazione che una volta veniva impartita anche nelle famiglie dell’aristocrazia operaia. Il sindaco si chiama Matteo Gazzoli, ed è forse il primo Matteo della politica italiana che mi ispiri (a me e agli studenti milanesi in visita con la loro “università itinerante”) una fiducia pressoché totale. Competente, semplice, gentile. Disposto a spiegare che cosa sia accaduto, e possa ancora accadere, in queste zone così appetitose per le maggiori consorterie mafiose.

Il Matteo buono non ritiene infatti che parlare di mafia nella città che amministra equivalga a un’offesa. Anzi, è lui stesso a farlo mentre attrezza Cesenatico a liberarsi di queste sgraditissime ipoteche, certificate negli ultimi anni in modo inequivocabile dall’inchiesta “Radici” della Guardia di Finanza. “Ci siamo allarmati alcuni anni fa, quando abbiamo visto che in poco tempo imprenditori calabresi si impadronivano di uno, due, tre, quattro locali sul lungomare, e che le precedenti proprietà storiche abdicavano tutte insieme allettate da cifre ingenti”.

Spiega che, mentre tanti con il Covid gridavano al rischio usura, in realtà il rischio era ben più alto, ossia l’ingresso dei clan nella proprietà delle imprese. Ristoranti, pasticcerie, bar, pure quello legato alla memoria di Pantani. “I cittadini venivano da me, mi fermavano per strada, per dirmi quel che capivano o vedevano. Strani personaggi dall’accento calabrese che sostituivano tutt’insieme un piccolo ma storico pezzo del nostro ceto commerciante. Mi giungevano notizie di tipiche minacce oblique per i figli dei membri della polizia locale che facevano i controlli. Giri evidenti di prestanome”.

Da qui, senza tirarsi indietro, l’esposto alla Procura da cui, anche grazie ad altre denunce e informazioni, è partita l’inchiesta che ha difeso la città. “Per ora”, dice lui, ben consapevole che la partita si potrà riaprire. In vista di quel momento il Matteo antimafioso (ma sul serio) sta cercando di creare una sensibilità diffusa tra i suoi concittadini. E al tempo stesso studia in che forme intervenire sulle procedure, come chiudere i varchi amministrativi e urbanistici.

Potrà sembrare che tutto questo sia normale. Ma a me e agli studenti della Statale di Milano non è sembrato affatto “naturale” che dei cittadini fermino per strada un sindaco per denunciare la presenza di interessi criminali. Perché questo vuol dire che quel sindaco gira amichevolmente per strada, e che i cittadini di fidano di lui e pensano anche che avrà il coraggio di intervenire, come è poi accaduto.

Non è “naturale”, ancora, che il sindaco di una delle prime venti città turistiche italiane (la sedicesima, che d’estate quintuplica i suoi abitanti) decida di anteporre la difesa della legalità e della libertà di mercato agli interessi pelosi di certi alfieri del turismo. Convinto che più la città sarà libera, sicura e vivibile più il piacere di esserne ospiti si rafforzerà.

Vedete un po’ come cambiano le cose…Ricorreva ieri il 41esimo anniversario dell’assassinio del prefetto dalla Chiesa. Che a Giorgio Bocca, per denunciare il proprio isolamento, disse “mi hanno dato i poteri del prefetto di Forlì”. Per intendere una città pacifica e senza problemi.

E invece eccoci qui a discutere di come rendere impraticabile la provincia di Forlì-Cesena da clan pieni di soldi e pronti ad approfittare di ogni sciatteria.

Eccoci qui a lodare un sindaco che non si volta dall’altra parte. Speriamo che la sua città lo segua. Anche la storia della piadina, in fondo, ha un onore da difendere.

Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 04/09/2023

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