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La narrazione violenta della violenza sulle donne. Riflessioni nell’incontro settimanale di Articolo 21

Articolo 21 il . Associazioni, Criminalità, Cultura, Diritti, Istituzioni, Politica, SIcurezza, Società

“Il linguaggio violento contro le donne, certi commenti che si sono letti in questi giorni a corredo degli orribili episodi di cronaca rappresentano il segno dei tempi, di un attacco ai diritti civili che, al solito, ha come principale bersaglio le donne”.

Con queste parole di Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale dei presidi di Articolo 21 si è aperto questa mattina l’incontro-riflessione di Articolo 21 dedicato alle donne.

Un appuntamento che ha messo insieme una pluralità di voci come sottolineato dal nostro direttore, Stefano Corradino, che sottolineato la necessità di (ri)trovare un linguaggio adeguato nella narrazione giornalistica delle violenze fisiche e psicologiche sulle donne e di fatti gravissimi come quelli di Palermo e Caivano.

All’inizio dell’incontro Enzo Nucci ha sottolineato che quasi nessuno ha ricordato i 19 anni dalla scomparsa di Enzo Baldoni: “Colpisce che alla famiglia non è rimasto altro che un osso su cui piangere. Ricordare lui vuole dire anche ricordare i free lance. Articolo 21 vuole lasciare adesso un’impronta, una panchina, qualcosa per non dimenticare e che sarà realizzato dai presidi dell’Umbria”.

Poi la parola è passata a Mariangela Gritta Grainer che ha ricordato come “oltre all’efferatezza di fenomeni che coinvolgono i minori e che invitano a riflettere sul perché, colpiscono certe sentenze che ripresentano il rovesciamento della vittima come colpevole. Anche per questo bisogna iniziare una campagna di formazione nei confronti dei giornalisti”.

Asmae Dachan ha riportato l’attenzione sulla situazione che si vive in Siria: “Dopo 12 anni di guerra ci sono nuove ondate di arresti dei profughi, soprattutto donne fuggite dalle violenze della guerra, usate come arma di guerra, in questo momento c’è una situazione di nuova repressione”.

Silvia Garambois dell’Associazione Giulia Giornaliste ha ricordato la grande attenzione posta sui temi della violenza sulle donne dalle commissioni pari opportunità Fnsi e Cnog: “Abbiamo messo in piedi un osservatorio indipendente sul linguaggio nei giornali che si occupano di violenza contro le donne. Il nome della ragazza di Palermo è stato fatto dal sito Affari Italiani e lo abbiamo denunciato all’Ordine della Lombardia. Quella ragazza viene descritta come una che andava con tutti su molti giornali. Questo è grave e va cambiato”.

Anche Mara Pedrabissi è tornata sul caso Affari Italiani: “Abbiamo fatto un esposto, in precedenza si era fatto lo stesso per Filippo Facci. A fine luglio scorso con Silvia Garambois e Vittorio Di Trapani siamo stati ad incontrare il capo di gabinetto della ministra Roccella, abbiamo fatto proposte per la formazione”.

Barbara Schiavulli oltre che la violenza di genere ha toccato il tema delle discriminazioni e in specie del libro del generale Roberto Vannacci: “Mi ha colpito molto quello che ha scritto il generale, so quanto sia difficile far parlare i  generali nelle interviste e invece lui da giorni va su tutti i media, mi ha colpito lo spazio sui giornali che ha ottenuto con i suoi discorsi discriminatori. Sulla violenza a Palermo è assurdo quanto la gente sui social abbia voluto riproporre le frasi dei carnefici”.

Luisa Betti ha riproposto un focus sul racconto giornalistico “perché tutta questa violenza ha una base culturale. Bisogna tornare ad educare alle differenze, ora si fa meno rispetto a qualche anno fa. Ma ci vuole una profonda trasformazione degli adulti, devono essere resettati. Giornalisti e giudici hanno un grandissimo ruolo. La violenza sulle donne nasce da una discriminazione delle donne”.

Per Alessandra Mancuso va posta grande attenzione, attraverso la formazione, alla cura del linguaggio nella narrazione: “E’ fondamentale l’attenzione alle parole e abbiamo bisogno di un monitoraggio costante”.

Sulla stessa posizione Mimma Calligaris che chiede di “monitorare i racconti, per capire dove bisogna intervenire”. E di “emergenza educativa al rispetto di genere perché questa è una questione sociale, culturale” ha parlato anche Paola Spadari.

In chiusura sono interventi il Presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, e il Presidente del consiglio dell’ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, che hanno annunciato il massimo impegno delle istituzioni che guidano per una maggiore formazione dei giornalisti che seguono la cronaca per aiutare un percorso di miglioramento della narrazione che deve andare di pari passo con una maggiore educazione sociale al rispetto delle donne e dei diritti.


 

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