NEWS

Resistenza. A Meloni, ma pure agli appetiti milanesi su S. Siro e alla Grande Bruttezza

Nando dalla Chiesa il . Corruzione, Cultura, Diritti, Lombardia, Mafie, Sicilia, Società, Sport

Ora e sempre Resistenza. Certo. Ma a chi? A che cosa? Come? Sembra che basti evocare il fascismo al governo per indicare la strada giusta. Che la resistenza consista nel battersi contro Meloni, senza spiegare quali siano i punti su cui ciascuno dovrebbe attestarsi e chiudere i varchi.

Mentre il segreto sta proprio qui: capire che questi punti non sono tutti riconducibili all’azione del governo, e che non sono scritti sui manuali, sui decaloghi del perfetto antifascista. Vanno trovati spesso altrove, perché cambiano, sono mobili.

Ci ho riflettuto, ad esempio, leggendo quanto è stato appena pubblicato da un sito che si chiama “I Siciliani Giovani”, anch’esso evocatore di qualcosa; ovvero l’esperienza del grande mensile catanese “I Siciliani” diretto da Pippo Fava fino alla sua morte (5 gennaio 1984) e poi da suo figlio Claudio per un certo numero di anni.

Parla forse del ponte sullo Stretto? Stavolta no. Né mi avrebbe fatto pensare, visto che da un trentennio almeno le posizioni sul tema sono state discusse e ridiscusse, e appena si apre uno spiraglio per nuove idee arriva subito un fan del ponte a chiuderlo con baggianate.

Quel che mi ha fatto riflettere è stato piuttosto il collegamento che vi viene suggerito tra la qualità della vita pubblica catanese e l’incendio catastrofico all’aeroporto di Catania.

Chi pensa che le due cose non abbiano nulla a che fare tra loro, può rileggersi quel che ha scritto Riccardo Orioles, giornalista resistente (ma sul serio), su circa quarant’anni di storia cittadina. Sui funambolismi e sugli opportunismi che nel tempo hanno lasciato a un giudice come Giambattista Scidà o a un ingegnere-urbanista come Giuseppe D’Urso la responsabilità di quanto accadeva sotto l’egida del sistema Ciancio, l’editore del quotidiano “La Sicilia”, regista sottile dei destini cittadini, stretti tra cavalieri del lavoro, professionisti imboscati, politici ambivalenti e un po’ di mafia etnica (dal nome del vulcano, sia ben chiaro).

Ecco, indica Orioles riferito alla tragedia, dove portano certi sonnambulismi e la rinuncia a scegliere, a resistere.

Resistenza è stata anche quella di Milano all’idea, sulle prime apparentemente trionfante, di buttare giù lo stadio di San Siro per compiacere progetti faraonici sospinti a lungo da una specie di incappucciato, per dire un protagonista senza volto. Fondi di investimento di cui si diceva che il Comune non avesse titolo a conoscere l’identità, ossia la “proprietà effettiva”.

Si è scomodata ogni piega del diritto, pubblico e privato, urbanistico e commerciale, per giocare una partita di cui nessuno fino a quel momento aveva sentito non si dice l’impellenza ma neppure il semplice bisogno secondario. Pare ora che la vicenda si sia chiusa, almeno per la parte che riguarda la demolizione dello stadio. C’è chi profetizza sventure.

A me sembra che si sia dimostrato che non possono essere i privati (specie se sconosciuti) a fare e disfare le città. Una medaglia per Milano, che saprà che cosa fare di San Siro se due squadre “costrette” ogni estate a vendere i loro campioni dimostreranno che avevano invece i soldi per farsi ciascuna un proprio stadio.

Ma resistenza è anche quella, minuscola e splendida, che ho visto recentemente praticare da una giovane signora con la passione per la storia dell’arte.

Passeggiavo per un paese del Trentino, Pinzolo per la precisione, dove il turismo di massa è riuscito a decretare il trionfo dell’antiestetica, vedere per credere.

Ebbene, tra alberghi colorati ovunque (della serie “dateci un armocromista!”), nuovi e intrusivi impianti sciistici e deltaplanisti ridenti in volo sui cimiteri, questa signora spiegava con impegno a una coppia (di cui sembrava interessata solo la donna) gli affreschi cinquecenteschi del “ballo della morte” di Simone Baschènis all’esterno della bellissima chiesa di San Vigilio. Le sia resa lode.

Anche questa è resistenza, credetemi.

Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 14/08/2023

*****

Scegliere

Gigi Riva la forza di una storia senza tempo da portare a scuola come educazione civica

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link