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La delinquenza nelle città ammalate

Piero Innocenti il . Criminalità, Diritti, Forze dell'Ordine, Istituzioni, SIcurezza, Società

Non so se sia stata la pandemia a renderci più incattiviti e violenti ma certamente molti cittadini, in tante città, non si sentono per niente sicuri e sono fortemente impauriti di fronte ad una criminalità di strada sempre più arrogante e pericolosa.

Troppa violenza in giro e le città debbono essere adeguatamente presidiate per arginare quella brutta sensazione sempre più diffusa di non sentirsi al riparo dalla delinquenza di strada.

Le notizie sui fatti di cronaca nera riportati sulla stampa locale del sito della Polizia di Stato, sono sconcertanti per i numerosi casi di violenze sessuali, di furti nelle abitazioni, di rapine in strada e nelle case, di truffe in danno degli anziani, di accoltellamenti (ne ho contati una ottantina solo nel mese di luglio scorso), di risse tra giovani (l’ultima ad Anzio, in pieno centro), di intimidazioni (l’ultima a Rieti con molotov lanciate contro una banca, una chiesa e tre distributori di carburante), di agguati armati tra gruppi di spacciatori che si contendono il territorio.

Un’aggressività diffusa mai rilevata negli anni passati che si registra anche in altri Paesi come in Francia dove nella capitale, nel 2022, sono aumentate di circa il 24% le aggressioni in strada, a Londra, con i furti che hanno subito un’impennata del 21% rispetto all’anno prima, a Berlino, dove gli episodi di violenza giovanile sono aumentati del 24%.

In Italia, c’è, in generale, la tendenza delle varie autorità a minimizzare facendo riferimento alla percezione di insicurezza, ai dati statistici in calo sui delitti denunciati all’autorità che sono molti di meno di quelli commessi perché, da un po’ di tempo a questa parte, i cittadini vittime di reati, non vanno più a denunciare.

Non possono essere, dunque, tranquillizzanti i dati sulla delittuosità che vengono forniti di tanto in tanto dalle  varie istituzioni (Dipartimento della Pubblica Sicurezza) e organismi (Censis, Istat) sottolineando il calo annuale: nel 2022 circa 2,4milioni di delitti denunciati (di cui la metà di furti) a fronte, per esempio, di quasi 2,9 milioni di delitti del 2013 (anche in questo caso la metà circa di furti in generale).

Continue, quindi, e comprensibili le preoccupazioni di molti sindaci sulla insicurezza che caratterizza le vie, interi quartieri delle loro città, legittime le loro richieste al Governo di rinforzi adeguati di forze dell’ordine, legittime anche  le recenti proteste con sit-in nelle piazze di alcuni sindacati di polizia sulle carenze degli organici in molte Questure e uffici di ps, apprezzabili, ma non sufficienti, le iniziative dei Prefetti di accentuare il coordinamento nelle singole province delle forze di polizia con riunioni periodiche dei Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica, così come sono degni di attenzione i vari provvedimenti amministrativi di prevenzione adottati dai Questori (daspo, fogli di via, avvisi orali, proposte di sorveglianza speciale, sospensioni delle licenze d esercizi commerciali ecc..) che risultano alla fine poco incisivi.

Ma tutto questo non basta per far rientrare nei limiti fisiologici quegli indicatori di violenza che stanno incidendo sul sacrosanto diritto di ogni cittadino di uscire di casa e rientrare tranquilli.

Se le città non sono sicure, se la gente ha paura e in alcuni casi gira in strada portando lo spray al peperoncino in tasca, se si ha il timore di percorrere alcune strade o di uscire di sera, va dato un segnale di sicurezza con una presenza maggiore, visibile, di agenti di polizia (assunzioni straordinarie subito) e assicurando sanzioni congrue e rapide per chi delinque.

Vanno bene la raccolta differenziata della immondizia, città più pulite, piste ciclabili, la potatura degli alberi, un servizio taxi decente, ma la sicurezza pubblica deve essere la priorità per evitare che le città già gravemente ammalate diventino inguaribili.

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Sacrosanta la recente protesta dei poliziotti

 

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