NEWS

Luoghi comuni da sfatare. Il problema dei “giovani d’oggi” sono gli adulti d’oggi

Nando dalla Chiesa il . Cultura, Giovani, Lombardia, Mafie

Che siano benedetti questi giovani. Sempre più spesso penso che il problema non siano loro, ma gli spettacoli a cui assistono, gli esempi che ricevono.

Prendo atto che non si sa più da che parte voltarsi per non respirare quello che Borsellino chiamava “il puzzo del compromesso”. E allora cerco “il fresco profumo della libertà” nei temi dei miei studenti. Dei famosi “giovani d’oggi”.

I lettori di queste “Storie italiane” sanno quanto l’espressione mi sia indigesta. Ebbene, durante gli ultimi appelli estivi me ne sono letti quasi un centinaio di questi temi, sul rapporto mentale dei giovani autori con il fenomeno mafioso. E quello che stupisce è la quantità e varietà (e precisione) di riferimenti biografici che essi propongono. Una grande testimonianza collettiva sulla presenza quotidiana della mafia nella nostra vita.

Gli adulti negano, la società che decide e che produce non vede, minimizza. Loro invece vedono. E ricordano perfino. Di quando sono andati quella volta in vacanza in Calabria con il boss da riverire, ma anche di quando ignoti mafiosi hanno incendiato la discoteca in Brianza nel paese accanto al loro. Di quello che gli raccontava e raccomandava il nonno siciliano, di quello che a Milano gli ha spiegato la mamma impaurita tornando dal lavoro.

Nei loro racconti, che fluiscono liberi e responsabili, tutti firmati (ovviamente), e con dovizia di nomi e di luoghi, si forma – a leggerli tutti insieme – una mappa storica e geografica del fenomeno mafioso in Italia. Dei silenzi che lo circondano come della sostanza visibilissima con cui entra nella società nazionale, da quella analfabeta del dopoguerra a quella scolarizzata di oggi.

Hanno scoperto, lo scrivono in tanti e mi sembra prodigioso, che l’omertà non è figlia della paura, questo può forse valere per qualche contesto meridionale. Ma è figlia, soprattutto al nord, dell’egoismo, delle forme di familismo amorale che nascono non sotto la cappa della necessità ma sotto l’inchino al dio denaro. Allineano nelle memorie Cerignola e le Madonie per rileggere in filigrana le traiettorie familiari. Trovano sconvolgente non avere mai saputo in televisione, nei grandi talk show sullo schermo, dell’esistenza di Paolo Bocedi, l’imprenditore ribelle di Saronno (non di Gioia Tauro o Castelvetrano). Lo hanno conosciuto a lezione e si chiedono perché “di questa grandiosa storia di forza d’animo si hanno poche tracce”.

Sfogli con attenzione e ti fai un’idea di quanto più responsabile e veritiera sarebbe l’Italia se fosse come questi “giovani d’oggi”. Che girano il mondo, amano l’aperitivo, ma fanno spesso, per mantenersi agli studi, anche i baristi o le commesse o le cameriere.

Hanno realizzato perfino degli esperimenti con i loro genitori e parenti. Per verificare se sapessero, se avessero mai sentito parlare delle cose che hanno sentito a lezione. Si chiedono perché abbiano dovuto sapere per la prima volta di fatti accaduti “a venti minuti di distanza dal mio paese” “nelle aule universitarie” anziché dalla gente che li aveva visti e vissuti, o anziché “nelle aule scolastiche della scuola superiore” da loro frequentata, benché spesso (ecco un altro tema) promotrice di iniziative di antimafia.

Prometto ai lettori che darò loro qualche passaggio vivido e testuale nella prossima puntata, con il permesso degli autori, già accordato dopo gli esami.

Per ora accingiamoci a ricordare quel 19 luglio di tanti anni fa (che ancora brucia alle coscienze oneste) sapendo che la fiducia nei giovani ha ancora un senso.

Poi, certo, “i giovani d’oggi” avranno a che fare con gli “adulti di oggi”, e sarà quello il passaggio decisivo. Magari qualcuno gli spiegherà che il concorso esterno in associazione mafiosa concepito con fior di argomenti da Giovanni Falcone è tutta una bufala, un episodio di analfabetismo giuridico.

Ma a quel punto dovremo esserci noi. Né dimentichi, né codardi.

Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 17/07/2023

*****

Addio nonna Betta. Elisabetta Caponnetto, la tenera custode della migliore Antimafia

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link