Trapani, inaugurata la sede dell’Assostampa in un bene confiscato alla mafia
Costante: «Informazione è legalità». Intervenendo alla cerimonia la segretaria generale Fnsi ha ricordato l’importanza che il sindacato dei giornalisti sia presente quanto più possibile sui territori. «Questo è un punto da cui iniziare a ‘illuminare’ la periferia dell’essere che è la criminalità organizzata», ha detto.
«L’unitarietà del nostro sindacato va sempre dimostrata. È importante che il sindacato unitario dei giornalisti sia presente quanto più possibile sui territori per far sentire la propria voce». Così Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, intervenendo lunedì 17 luglio 2023 all’inaugurazione della sede di Assostampa Trapani ospitata in un bene confiscato alla mafia.
«In tutto il Paese – ha rilevato fra l’altro Costante – l’informazione è una grande macchina che pian piano è andata perdendo pezzi. Il risultato è una consapevolezza dei lettori sempre più ridotta anche riguardo ai loro diritti e doveri. L’informazione è trasparenza e, soprattutto, è legalità. Un giornalista colluso con la mafia non è un giornalista».
Per la numero uno del sindacato, «questa sede è un punto da cui iniziare a “illuminare” la periferia dell’essere che è la criminalità organizzata. Questo è il compito dei giornalisti con la G maiuscola. Un bene confiscato alla mafia diventa oggi la casa di tutti noi», ha aggiunto Costante, rivolgendo un pensiero ai colleghi uccisi dalla mafia.
Fra i temi affrontati dalla segretaria generale Fnsi anche la riforma della giustizia, «con le nuove regole sulle intercettazioni – ha osservato – diventa un ulteriore bavaglio alla stampa libera», e i tanti problemi dell’informazione, «dallo sfruttamento dei lavoratori autonomi ai mancati pagamenti, come nel caso del quotidiano La Sicilia di Catania, i cui giornalisti sabato scorso erano in sciopero. Pur aspettando da mesi di essere pagati – ha ricordato – hanno continuato a lavorare ugualmente».
Il lavoro, ha concluso Costante, «va pagato in maniera dignitosa. Un giornalista libero deve poter contare su un pagamento dignitoso. Se l’informazione è un bene costituzionalmente garantito, perché i giornalisti devono essere sottoposti a leggi piratesche del mercato? Dov’è il corrispettivo di questo diritto costituzionale da garantire? I colleghi devono essere sottratti a questo meccanismo dove un editore paga 5 euro un pezzo».
Trackback dal tuo sito.