Il narcotraffico in diversi paesi africani è controllato dagli stranieri
Da molti anni ormai, l’Africa è diventata per le organizzazioni criminali internazionali un importante hub di ricezione e di stoccaggio della cocaina destinata al mercato europeo attraverso le rotte marittime e aeree di norma utilizzate per i traffici commerciali verso l’UE.
Sono stati, infatti, diversi i sequestri di cocaina sulle coste dell’Africa occidentale (Capo Verde e Guinea Bissau) ma anche sulla costa orientale e nella regione settentrionale del Continente, con il Belgio principale paese di destinazione seguito dai Paesi Bassi, Regno Unito e Francia.
In genere la droga viene movimentata attraverso carichi “containerizzati” che vengono spesso “riconfezionati” per un ulteriore transito nei porti di Namibia, Sudafrica, Mozambico, Tanzania e Kenya.
Per quanto riguarda i consumi, in generale, in Africa è prevalente la domanda di cannabis ma anche di oppiacei e di droghe sintetiche, soprattutto metamfetamina.
Il Marocco è sempre il maggiore produttore mondiale di resina di cannabis (ricercatori francesi hanno stimato una produzione annua compresa tra le 2.500 e le 3.000 ton contro le 800 ton. stimate dalle autorità). Nel 2022 la polizia marocchina ha sequestrato 301 ton di resina di cannabis mentre la superficie coltivata è diminuita a 28mila ettari per una notevole attività di eradicazione svolta. Diminuiti i sequestri di cocaina, 257kg. nel 2022 a fronte dei 1.807 dell’anno prima.
Il traffico di stupefacenti è saldamente gestito da organizzazioni criminali straniere “che si associano con fornitori marocchini, finanziandoli e fornendo loro i mezzi logistici per assicurare l’esecuzione delle relative operazioni di trasporto (gps, telefoni satellitari, sofisticatissime barche”go-fast”)” secondo la relazione della DCSA del 2023.
I sequestri di cocaina operati negli ultimi anni in Mali, Gambia, Guinea Bissau e Guinea Conakri, sono la conferma di una “rotta del Sahel” che è stata creata quale zona di transito verso il mercato europeo.
Anche il Senegal è interessato dal narcotraffico con la particolarità del coinvolgimento di gruppi armati di natura indipendentista nella produzione di droga (cannabis) nella regione del Casamance. La polizia ha anche registrato un maggiore coinvolgimento nel narcotraffico di cittadini turchi, albanesi, francesi e italiani.
Da rilevare anche il tentativo di realizzare addirittura laboratori per la produzione di droghe come evidenziato nel sequestro, nel 2022, di un laboratorio nella zona di Ngaparou (Saly-Portudal), a sud di Dakar, dove sono stati rinvenuti ben 675 kg. di cocaina cloridrato ed altre sostanza chimiche per i processi di raffinazione e di produzione.
In Costa d’Avorio transitano partite di cocaina, eroina e droghe sintetiche destinate all’Europa mentre la droga più diffusa nel paese è la marijuana importata dal Ghana e di ottima qualità.
Il traffico di cocaina è gestito dai nigeriani ma non mancano gli italiani anche collegati alla ’ndrangheta. Dei 2.062kg di cocaina sequestrati nel corso del 2022 ben 2.058kg sono stati bloccati, in aprile, dall’Ufficio antidroga della Polizia Nazionale in località San Pedro, sulla costa ovest del Paese.
Durante l’“apartheid” in Sudafrica, mandrax (metaqualone mescolato con difenidramina) e dagga ( derivati della cannabis), erano le due droghe illecite dominanti ma successivamente, dopo l’isolamento politico ed economico, il paese è diventato un importante mercato di consumo e di transito della cocaina (sequestrate oltre 22 ton. nel 2022) diretta verso il mercato asiatico, l’Australia e la Nuova Zelanda, mercati questi ultimi due dove i prezzi pagati per tale sostanza sono i più alti al mondo (200 dollari al grammo).
Nel Paese operano gruppi di narcos nigeriani (in particolare i Black Axe), criminali bulgari e pakistani.
Il Kenya è interessato insieme a Somalia, Tanzania, Mozambico, Madagascar e Sud Africa, dalla c.d. rotta del sud del traffico di eroina prodotta in Afghanistan e trasportata nel Paese da natanti provenienti dai porti dell’Iran e dal Pakistan. Il traffico è gestito da gruppi criminali autoctoni e si snoda lungo le strade che costeggiano la costa keniota per entrare in Somalia dove verrebbe pagata una tassa all’organizzazione terroristica Al Shabaab per consentire il transito della “merce” verso il nord Africa e da li verso i mercati europei.
Una situazione generale di grande incontrollabilità del narcotraffico in gran parte dei paesi africani destinata a peggiorare con l’aggravarsi delle gravi instabilità politiche del Continente.
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