Miracolo a Gorgonzola. La sindaca vince, eppure aveva perso due volte: allora si può
Sì, non è stato un bel vedere. Ancora una volta l’autobiografia della nazione. Che spiega perché abbiamo bisogno di eroi. Ma non siamo dentro un trionfo del berlusconismo, se con la parola intendiamo, più che un tifo politico, una idea del mondo, un modo di essere.
E siccome l’incedere della storia si legge attraverso i segni, anche i più minuscoli segni, ve ne regalerò qualcuno. Che indica provvidenziali granelli di sabbia in arrivo, capaci di inceppare il grande conformismo.
Il primo prende forma a Cernusco sul Naviglio.
A un matrimonio, nel parco di una villa cinquecentesca. L’acqua del naviglio che corre come a un appuntamento, statue anticheggianti. La sposa mediterranea, italica. Lo sposo inglese, con ascendenze ovunque. Vivono a Londra. Abiti di tutte le fogge, dunque. Grande eleganza, ma anche abbigliamenti che spopolerebbero in un film di Verdone. In più i celebranti civili sono due. Il primo – un consigliere comunale verde – parla italiano, il secondo inglese, così da non escludere nessuno. Buon umore nell’aria. Insomma, l’ideale per aver voglia di fissare le immagini di un pomeriggio tanto singolare.
Quando all’improvviso avviene una rivoluzione. La mamma della sposa annuncia agli ospiti ciò che non ho mai sentito annunciare nei decenni. Cari amici, per non sciupare e non mortificare il senso di quel che sta accadendo, siete tutti pregati di non fare filmini e di non fotografare finché non è finito tutto. Se volete un ricordo, sappiate che c’è una fotografa autorizzata e che fra tre giorni tutte le foto saranno disponibili a richiesta.
Fantastico. Più grande di un discorso di un segretario di partito. Mi passano davanti ondate di cerimonie pagane. Battesimi, comunioni, matrimoni, funerali, tesi di laurea (massì!), incoronazioni a qualcosa, tutti appestati da mani che si alzano o corrono a fotografare, e da altre mani che fotografano le prime, sempre ridendo, ma chissenefrega di quel che dicono, di quel che sentono, di quel che racconta il vento o la campana. Foto e film, film e foto.
Ma a Cernusco tutti obbediscono al nuovo verbo, anzi quasi si compiacciono che qualcuno l’abbia proclamato. Un’idea del mondo è stata sconfitta senza sparare un colpo, senza fare una legge. Dunque, si può.
Il secondo segno giunge addirittura in silenzio.
Uscendo da un seminario universitario su carcere e teatro, ecco un fatto “a miracol mostrare”. In via Laghetto, accanto alla Statale di Milano, dall’alto di un primo o secondo piano scendono un lenzuolo bianco e un suo più piccolo collega. Asciugano al sole. Gioia istintiva, meraviglia.
È una sfida. A Milano non si fa, perché un lenzuolo sulla via abbassa il valore degli immobili. Non è decoroso ciò che è poesia. Per questo al G8 di Genova nel 2001, B. capo del governo proibì i panni al sole. Non stava bene con tutti quei capi di Stato in giro per la città.
Il terzo segno arriva anche lui dalla provincia: Gorgonzola.
Lì è diventata sindaca con una lista civica progressista una donna di nome Ilaria Scaccabarozzi. Ma il segno del cambiamento epocale non lo dà la vittoria di una donna progressista. Lo dà il fatto che la sindaca non era alla prima candidatura ma alla terza, dopo due tentativi. Il che significa che l’hanno ricandidata dopo due sconfitte e che dopo due sconfitte ha vinto. Fantastico. Come Mitterrand. Come Allende. Come Lula.
Mentre noi con il berlusconismo (ecco la sudditanza culturale) ci siamo abituati al cannibalismo. Chi perde fuori, avanti un altro. Perché chi perde non è uno (o una) che ha avuto coraggio o ha evitato una disfatta. È un trombato. Giusto per poterci infierire sopra. Trombato, sfigato.
l linguaggio del berlusconismo che ha colonizzato anche la sinistra. Ecco perché quei funerali parlano a tutti.
Ecco perché l’idea dei granelli di sabbia, protagonisti di una canzone della mia infanzia, mi piace tanto. I segni, amici. I segni fanno vincere chi li sa vedere.
Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 19/06/2023
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