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Continuano le giornate del Festival del Giornalismo a Ronchi dei Legionari (GO)

Leali delle Notizie il . Ambiente, Cultura, Diritti, Economia, Friuli Venezia Giulia, Giovani, Guerre, Informazione, Mafie

I conflitti nel mondo, il giornalismo ambientale, la precarietà nel mondo dell’informazione e l’arte del fumetto gli altri temi della quarta giornata del Festival di Ronchi dei Legionari

Una giornata all’insegna della memoria è stata quella di ieri al Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari.

Una riflessione sulla dittatura fascista e su come il movimento fondato da Benito Mussolini sia ancora attrattivo per una parte della popolazione italiana e della classe politica che usa alcune espressioni pronunciate dal Duce. È ciò che è emerso nel documentario Fascism in the Family, realizzato dalla giornalista Barbara Serra e prodotto da AlJazeera Network, per raccontare il fascismo non solo agli italiani e agli europei, ma anche al mondo arabo governato in molti casi da regimi dittatoriali. A partire dalla storia del nonno Vitale Piga, scelto dal regime fascista come podestà di Carbonia, città mineraria creata nel 1938 nel sud della Sardegna, Barbara Serra ha riflettuto con la giornalista Silvia De Michelis su come il Fascismo si sia manifestato in modo differente sul territorio italiano e come alcuni italiani sostengano che Mussolini abbia compiuto anche delle buone azioni prima di allearsi con Hitler, senza tenere in considerazione però che il  movimento fascista, fin dalla sua nascita, è sempre stato una forza politica oppressiva e violenta. «Gli italiani non erano ritenuti degli esseri pensanti durante la dittatura fascista, ma rotelle di un ingranaggio – dice Barbara Serra -. Come ci mostra la nostra storia le cose iniziano gradualmente ed è importante non superare quel punto di non ritorno che ha portato il nostro Paese alla dittatura. Negli ultimi anni i partiti populisti  hanno parlato alla pancia delle persone, hanno capito quali erano le loro paure e hanno usato i migranti come capro espiatorio di tutte le cose che non vanno in Italia».

Sempre legato ai danni provocati da fascismo e nazismo si è parlato della nascita dello Stato di Israele e dei suoi 75 anni di vita. Come è cambiato in tutto questo tempo? Questa è stata la domanda che ha aperto l’incontro moderato dalla reporter Laura Silvia Battaglia. Umberto De Giovannangeli ha risposto ricordando che al governo di Israele c’è un partito il cui leader, Itamar Ben Gvir, è il ministro della Sicurezza nazionale, che veniva dichiarato terrorista dallo stesso Israele. «Ci siamo innamorati di un Israele che non c’è più – ha dichiarato De Giovannangeli -. C’è ancora una dialettica ma la destra fascista ha vinto la battaglia per l’egemonia culturale». Più ottimista, Antonio Ferrari si chiede: «Ma Israele come convive con questa terribile dicotomia? Un paese laico, democratico, solido e un primo ministro come Netanyahu». Nancy Porsia ha ricordato che durante la seconda intifada del 2000, migliaia di palestinesi sono morti e nessuno ha mosso un dito: «Gli israeliani hanno capito che con le loro armi possono fare quello che vogliono e il mondo si gira dall’altra parte». Fabio Scuto si è soffermato sull’aumento dei casi di detenzione amministrativa di prigionieri politici palestinesi, incarcerati senza accuse ufficiali e senza processo: «È una giustizia inappellabile».

Ci si è poi spostati nel Nord Africa con la presentazione del libro Mal di Libia (Bompiani, 2023) della giornalista indipendente Nancy Porsia, ripercorrendo ciò che è accaduto in questo Paese durante la primavera araba e dopo la morte di Gheddafi. Nancy Porsia ha vissuto in Libia per cinque anni entrando in contatto con la popolazione e raccontando quali sono state le forze politiche che nel tempo hanno cercato di conquistare il potere.  La giornalista ha inoltre messo in evidenza quali sono gli attori complici della tratta degli esseri umani, sottolineando l’importanza di distinguere il ruolo dei passeur da quello dei veri e propri trafficanti che invece lucrano sulla vita delle persone che lasciano il proprio Paese attraversando il Mediterraneo. Nancy, proprio per aver denunciato la disumanità dei trafficanti, ha ricevuto delle minacce di morte da parte della Mafia libica e ha dovuto lasciare il Paese.

Si è parlato poi del successo dell’arte del fumetto che sta prendendo sempre più piede nel mercato editoriale con Marco Dabbà, operatore culturale, Francesco Verni, giornalista esperto di fumetti, Matteo Zamparo, artista e vicepresidente dell’Associazione per la Valorizzazione delle Arti Visive Illustra APS di Monfalcone. L’incontro è stato moderato dal giornalista Oscar D’Agostino che ha sottolineato come la vendita di fumetti sia aumentata del 256% dopo la pandemia da Covid-19, raggiungendo nel 2022 le 11,5 milioni di copie acquistate. I prodotti più apprezzati sono i manga, i quali costituiscono il 60% dei volumi venduti. «Le nuove generazioni sono state in grado di capire il valore del fumetto, non vedendolo più come un prodotto dedicato solo ai bambini – dice Matteo Zamparo -. La tecnologia, grazie alla divulgazione sui social e sui canali telegram delle opere degli artisti, ha favorito una crescita del settore». È stato poi sottolineato come oggi non è più il fumettista a cercare l’editore, ma è spesso la casa editrice a captare attraverso Instagram l’artista e a proporgli la pubblicazione di un’opera. Nel mondo dell’editoria sono però pochi i fumettisti che si adattano alle idee dell’editore, mentre la maggior parte preferisce divulgare i propri lavori in modo indipendente. Il rischio è però quello di non riuscire a confrontarsi con altri professionisti e quindi a migliorare il proprio lavoro. Un’altra professione che sta prendendo sempre più piede nel mondo dell’editoria è lo sceneggiatore di fumetti che lavora in sinergia con l’artista, creando la storia che poi il fumettista dovrà rappresentare.

Tra i vari appuntamenti di ieri si è tenuta anche una masterclass con Gabriele Cruciata di Google News Lab Teaching Fellow su come utilizzare le immagini satellitari per raccontare la crisi climatica. Il relatore ha all’inizio spiegato come si inserisce su Google Maps un luogo che non è ancora stato registrato in sistema e in che modo, attraverso Street View, è possibile vedere com’è cambiata una determinata area dal 2008 a oggi. Questa funzione può essere utile per i giornalisti per raccontare in che modo è mutata ad esempio la conformazione urbana di una città o in che misura si sono ampliate o ridotte le aree  verdi. Per mostrare invece all’opinione pubblica con efficacia come la crisi climatica stia cambiando la conformazione del nostro pianeta è necessario usare Google Earth. Sito web dove è possibile notare lo scioglimento dei ghiacciai o l’erosione delle coste dal 1984 al 2020. Uno strumento utile per analizzare i disastri ambientali e percepire in misura maggiore com’è mutato lo stato di salute del nostro pianeta nell’arco di 36 anni.

Durante la presentazione del libro Una madre. La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja della giornalista Sara Giudice e di Vera Politkovskaja, figlia della giornalista uccisa,si è raccontata la figura della giornalista di “Novaja Gazeta”, uno dei principali quotidiani dell’opposizione russa. Anna Politkovskaja ha raccontato fino alla sua morte la seconda guerra in Cecenia, la corruzione, i delitti e le omertà della Russia di Putin. Il 7 ottobre 2006, quando è stata uccisa nella sua casa nel centro di Mosca, il suo volto è diventato il simbolo della libertà d’espressione. Sara Giudice ha dialogato insieme alla giornalista di Internazionale Annalisa Camilli, spiegando le iniziali difficoltà, per la figlia Vera, di accettare il lavoro della madre. Una donna che veniva definita come “la pazza di Mosca” perché era più facile metterla all’angolo della follia. Raccontare qualcosa di diverso dalla versione ufficiale era, ed è tutt’ora, una cosa impossibile.

È stato presentato anche il libro Nando Martellini. Al limite del ricordare. Antologia di scritti 1959-1997 di Cesare Borrometi e Pino Frisoli. Insieme a Omar Costantini è stata ripercorsa la vita del grande telecronista RAI che commentò l’indimenticabile finale di Spagna 1982 Italia-Germania Ovest: è stato l’evento più seguito nella storia della televisione italiana. Un grande professionista e un maestro per chi ha voluto e vuole percorre la sua stessa carriera. Viene ricordato dagli autori con un’antologia degli scritti più significativi per riportare alla luce il Martinelli giornalista della carta stampata e autore di libri tematici sullo sport, che è forse il suo lato professionale meno conosciuto.

Giornalismo e precariato sono stati al centro dello spettacolo Volevo solo fare il giornalista. La storia di Alessandro Bozzo di Lucio Luca che ha chiuso la quarta serata. È stato interpretato dall’attore cuntista Salvo Piparo e accompagnato dalle musiche di Michele Piccione. Un monologo tratto dal libro Quattro centesimi a riga – morire di giornalismo, che l’autore Lucio Luca ha scritto per raccontare la realtà del giornalismo di oggi, che è fatto di grandi inviati ma dietro ai quali ci sono migliaia di operatori dell’informazione come Alessandro Bozzo, giornalista calabrese morto suicida. Il precariato nel mondo dell’informazione è problematico non solo per chi pratica questo mestiere ma anche, e soprattutto, per i lettori. Un’informazione precaria non potrà mai essere libera e democratica. Il libro di Lucio Luca porta anche a riflettere su un meccanismo che editori, giornalisti e lettori dovrebbero cambiare insieme perché l’informazione non può essere gratuita.

Giugno 17, 2023 by LealidelleNotizie-Adm


Una giornata all’insegna dell’ambiente e della sostenibilità ieri al Festival del Giornalismo

La lotta contro le mafie continua a essere un argomento centrale nella manifestazione culturale di Leali delle Notizie. La strage di Bologna, lo sport e le migrazioni gli altri temi trattati nella giornata di ieri.

Continuano gli appuntamenti della IX edizione del Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie a Ronchi dei Legionari. Ambiente e sostenibilità sono stati ieri al centro del dibattito della terza giornata della kermesse. Si è poi parlato anche di sport, migrazioni, strage di Bologna e mafia.

Si è partiti di mattina con una masterclass sulla comunicazione di ecosistemi di innovazione con Filippo Bianco, amministratore delegato di Friuli Innovazione, Anna Gregorio, founder di “Picosats – space technologies solution”, e Fabrizio Rovatti, dirigente tecnologo dell’Area Science Park. L’incontro è stato moderato dal giornalista e imprenditore Luca Barbieri e si è discusso dell’importanza di una corretta comunicazione degli ecosistemi di innovazione. Giornalismo e il mondo scientifico fanno ancora fatica a interagire e comprendersi fino in fondo. Come hanno spiegato gli ospiti dell’incontro, per valorizzare l’innovazione made in Italy che nasce tra le Università e le startup è fondamentale l’identificazione del giusto timing nel comunicare.

Dopo aver parlato di sostenibilità dal punto di vista comunicativo è stato affrontato uno dei temi più scottanti dell’attualità: l’intelligenza artificiale (AI) e la sua applicazione nel mondo del giornalismo. Sono intervenuti sul tema i giornalisti professionisti Nicola Comelli e Silvia Fabbi, spiegando come la tanto temuta intelligenza artificiale non può sostituire l’uomo ma lo può aiutare a svolgere alcune mansioni più dispendiose e meno stimolanti dal punto di vista creativo. «L’intelligenza artificiale non è intelligente – spiega Fabbi – perché non cattura l’abilità dell’intelligenza umana nel contestualizzare le informazioni. Non può assolutamente sostituire il nostro cervello».  In particolare, nel mondo dell’informazione l’AI può essere sfruttata per gestire mansioni ripetitive e prive di particolare valore aggiunto, come la trascrizione di un’intervista audio o video, per targettizzare meglio il pubblico e capire dunque quali sono i temi che stanno più a cuore alle persone, e per processare grandi quantità di informazioni. «L’intelligenza artificiale – dice Nicola Comelli – potrebbe permettere ai giornalisti del futuro di avere più tempo per dedicarsi a reportage, a raccogliere testimonianze, offrendo al pubblico maggiori servizi di approfondimento». I primi due incontri della giornata di ieri sono stati realizzati in collaborazione con l’associazione Heraldo Ets del Festival del Giornalismo di Verona che è stata rappresentata dal giornalista professionista Ernesto Kieffer

Si è poi parlato del sogno di un’alimentazione equa, etica e sostenibile con Gianluca Felicetti, giornalista e presidente della LAV – Lega Anti Vivisezione, Maria Cristina Nicoli, professoressa ordinaria di Tecnologie Alimentari dell’Università degli Studi di Udine, e con l’avvocato Raoul Giuseppe Tiraboschi, coordinatore delle politiche locali del cibo del Comune di Bergamo, vicepresidente di Slow Food Italia e componente del CdA dell’Università di Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. L’incontro è stato introdotto e moderato dalla giornalista Gioia Meloni, responsabile della struttura di programmazione in lingua italiana della Rai del Friuli Venezia Giulia, focalizzando l’attenzione sull’incremento dei legumi nell’alimentazione italiana, sui danni ambientali e il malessere degli animali causati dagli allevamenti intensivi e della carne coltivata, erroneamente chiamata carne sintetica. Si è parlato di quanto sarebbe importante impartire una nuova educazione alimentare dove la carne non venga più vista come un alimento insostituibile, aumentando il consumo di legumi che favorirebbe il benessere di una popolazione sempre più longeva: attualmente la popolazione italiana over 65 è un terzo, ma nel 2050 sarà pari al 75%. Nodo cruciale del nostro sistema produttivo sono poi gli allevamenti intensivi, siccome costituiscono il 15% delle emissioni di Co2 nell’aria, oltre a richiedere un notevole consumo di acqua: per produrre 1 Kg di manzo ci vogliono infatti 15mila litri di acqua. Un sostituto della carne degli allevamenti intensivi che permetterebbe anche agli animali di avere una vita più dignitosa è la carne coltivata. Alimento che viene riprodotto grazie al prelievo di cellule staminali dagli animali che vengono poi fermentate con un liquido nutritivo. In questo momento si sta sperimentando anche il pesce coltivato e la riproduzione in vitro di pelle animale per il settore dell’abbigliamento. In questo momento i primi prodotti di carne coltivata sono reperibili solo negli Stati Uniti d’America, mentre bisognerà attendere ancora un po’ di tempo prima di trovarli anche in Unione Europea.

La terza giornata del Festival si è chiusa con un incontro sull’energia con Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, il giornalista Paolo Morando e le giornaliste Luisa Pozzar e Maria Giovanna Romanelli del gruppo UCSI. L’incontro è stato introdotto e moderato da Elisabetta Pozzetto, giornalista ed Executive PhD dell’Università degli Studi di Trieste, partendo dal libro Petrolio di Pier Paolo Pasolini. Un’opera incompleta e molto articolata in cui l’autore rappresenta Enrico Mattei ed Eugenio Cefis nei personaggi Bonocore e Troya, denunciando un sistema energetico di una società capitalista vorace. Un sistema che si contrappone invece alle attuali comunità energetiche che l’Italia sta prendendo in considerazione per raggiungere la neutralità carbonica, con l’intento di produrre entro il 2035 energia solo da fonti rinnovabili. Le comunità energetiche rinnovabili sono gruppi di soggetti, piccole e medie imprese, amministrazioni locali, enti del terzo settore e privati cittadini che si uniscono per creare una rete locale di impianti che genera e condivide energia da fonti rinnovabili e che entro il 2035 dovranno costituire il 20% dell’energia prodotta in Italia. A partire da febbraio 2020, grazie al decreto Milleproroghe del Governo Conte 2, approvato poi definitivamente nel 2021, è stata incentivata la sperimentazione di produzione di energia in piccole comunità, impiegando fonti rinnovabili. Si sta però ancora attendendo un decreto attuativo che permetta di produrre fino a 1000 Kilowatt di energia contro i 200 Kilowatt attuali. La legge è stata attentamente studiata dal gruppo UCSI giovani che ha condotto un’indagine sul territorio italiano scoprendo che molte delle comunità energetiche dichiarate non sono attive, in quanto mancano i provvedimenti attuativi necessari per l’applicazione del decreto legislativo 199 del 2021. Legambiente ha censito nel 2022 100 storie italiane di autoproduzione e scambio di energia, ma secondo Alleanza Italiana Gruppo Sostenibile nel 2022 erano attive solo 35 comunità energetiche.

Oltre ai temi di carattere ambientale, si è parlato poi delle dinamiche e delle sfide delle migrazioni contemporanee con Angela Caponnetto, Bianca Senatore, Alessandra Vitullo, moderatore Francesco Boscarol. Oggi si parte più dalla Turchia che dalla Libia: le rotte migratorie cambiano in base alla geopolitica e alle condizioni climatiche. Le migrazioni sono un tema controverso perché ne viene ancora fatta una narrazione stereotipata e superficiale. «Il governo si è scagliato con gli scafisti, in realtà nel 99% dei casi non sono altro che migranti ai quali viene affidato il timone in cambio di un viaggio gratis. Non sono loro gli artefici di questi traffici», ha affermato la giornalista freelance Bianca Senatore.

Giacomo Moccetti ha poi presentato il libro Giocare come Dio comanda. Enzo Bearzot, ritratto intimo in cui i ricordi di campioni come Dino Zoff e Beppe Bergomi si uniscono a quelli dei familiari e amici per raccontare l’allenatore dell’Italia Campione ai mondiali ’82. L’autore insieme ad Andrea Doncovio e Margherita Reguitti ha restituito la complessità di un uomo che è stato ingiustamente poco ricordato in questi anni. Non era in cerca di popolarità, aveva una grande disciplina, che pretendeva anche dai suoi giocatori e dai suoi figli, ed era in grado di fare scelte audaci in campo e nella vita per raggiungere i propri obiettivi: la più iconica quella di puntare tutto su Paolo Rossi nell’82.

Nel corso della giornata si è parlato anche della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Attentato in cui sono morte 85 persone e oltre 200 sono rimaste ferite. La più grande strage della storia della Repubblica Italiana. Una vicenda giudiziaria che dura da più di 40 anni e che non è mai stata in grado di fare luce fino in fondo su una situazione che è diventata una spirale senza fine, segnata da depistaggi, sviamenti e intoppi di vario tipo. Le ultime novità però riguardanti i processi di Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, entrambi condannati in primo grado all’ergastolo, consentono di fare chiarezza su mandanti e organizzatori della strage. Per la prima volta abbiamo tutti gli elementi necessari per affermare con sicurezza che non si trattò dell’azione estemporanea di un gruppetto di ragazzi esaltati (i nar), ma di un’operazione machiavellica studiata a lungo nei minimi dettagli (quanto in alto non si sa) e finanziata sicuramente dalla P2, in cui sono coinvolti anche membri dello Stato e la manovalanza nera.

Nell’ultimo evento, moderato da Lucio Musolino, si è parlato di “Mafie e cittadinanza attiva. Calabria, raccontiamoci le mafie”. È intervenuto Don Pino Demasi raccontando la decisione presa da giovane di rimanere in Calabria per cercare di cambiare le cose e fare una scelta di campo, ricordando che «la Calabria ha bisogno di tutto ma soprattutto dei calabresi». Gaetano Saffioti, testimone di giustizia, ha raccontato la sua esperienza, sottolineando l’importanza della propria libertà: «Io non ho mai cambiato nome, nulla, ma non per sfidare la ‘Ndrangheta, ma perché la vittoria più grande è quella di condurre una vita normale. Non nascondersi. Quello che ho fatto davvero è stato togliere un alibi a quelli che dicono che non ci sono alternative». Nel tempo la criminalità organizzata si è evoluta ed è presente anche nel Nord Italia. La Mafia oggi non è più quella che commette stragi, ma quella che si infiltra nelle attività imprenditoriali per mettere in circolo il proprio denaro e arricchirsi. E proprio per questo bisogna imparare a conoscere le Mafie per poterle riconoscere quando sono vicine a noi.

Giugno 16, 2023 by LealidelleNotizie-Adm

Associazione culturale Leali delle Notizie APS


Festival del Giornalismo, i genitori di Regeni e Rocchelli chiedono verità e giustizia per i figli

Si è inaugurato ieri il Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie di Ronchi dei Legionari. Il Premio Leali Young è stato consegnato a Lorella Lombardo, Elvis Zoppolato, Costanza Oliva e Matteo Negri

Dal 13 al 18 giugno IX Edizione del Festival del Giornalismo a Ronchi dei Legionari (UD)

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