Una collezione di carta e immagini che racchiude sofferenze personali, speranze collettive, battaglie sociali.
58 anni dopo quella sera di Natale del Sessantacinque quando nacque il Gruppo Abele, abbiamo sentito il bisogno di rendere più fruibili a tutti e tutte i nostri “ricordi”.
Per questo, il 9 giugno abbiamo aperto al pubblico il nostro archivio.
All’interno dei faldoni ci sono Torino e l’Italia, la lunga e spesso lentissima evoluzione che questo Paese ha compiuto in materia di diritti, tutela degli ultimi, affrancamento dai pregiudizi (non tutti, purtroppo).
Nelle carte, nei filmati, nei manifesti, nei primi documenti ciclostilati c’è insomma quella che Luigi Ciotti chiama “l’autobiografia collettiva” di un’organizzazione che non ha mai scelto di restare ferma sulle posizioni più comode, di adeguarsi alle mode, alle cause-spot, alle parole d’ordine logore.
Di questo patrimonio, fatto di oltre 100mila documenti, ti regaliamo due chicche. Due riflessioni che, non a caso, hanno forma di domanda. Le trovi qui sotto.
Sono un pezzo importante del nostro cuore. Preservale con cura.
1966 Chi sono i miei fratelli?
“Gli altri non sono soltanto i nostri. Gli altri sono soprattutto coloro che nessuno ama”.
Questo è il primo documento esistente del Gruppo Abele, quando ancora il suo nome era Gioventù impegnata.
Nel pieno della rivolta studentesca, correva l’anno 1968, il Gruppo di Abele s’inquadrava socialmente e politicamente con questo documento di denuncia, informazione e proposta.
L’archivio del Gruppo Abele racchiude un patrimonio di storie, ricerche e battaglie che hanno fatto la storia del lavoro sociale in Italia.
“La parola archivio significa inizio, origine. Gli archivi nascono per custodire la memoria dei primi passi. Ma un archivio storico ha senso se serve a stimolarci delle domande sul presente. Se trasmette una memoria che graffia le coscienze”.
Luigi Ciotti
Dai primissimi documenti ciclostilati degli anni sessanta, per riflettere sulle cause dell’emarginazione giovanile, alle analisi sul dramma della tossicodipendenza e le possibili risposte.
Dalla rassegna stampa sulle lotte di piazza ai “diari di bordo” delle comunità. Dalle testimonianze di vita delle persone accolte e di operatori, operatrici, volontari e volontarie, ai materiali visivi e audiovisivi più recenti. E inoltre raccolte tematiche sui numerosi ambiti di studio e d’intervento di quasi sessant’anni dell’Associazione e oggi Fondazione Gruppo Abele.
Ecco, in estrema sintesi, ciò che offrono i faldoni del nostro Archivio storico-sociale, recentemente riorganizzati nel loro allestimento cartaceo e ricatalogati per essere tradotti in formato elettronico.
L’archivio custodisce oggi 628 faldoni di colore arancione che contengono 61mila tra documenti e articoli del e sul Gruppo Abele, locandine degli incontri organizzati, materiali preparatori delle manifestazioni, opuscoli, volantini informativi ecc. Un posto particolare occupano tutte le interviste, gli articoli e i documenti manoscritti di Luigi Ciotti.
Esiste inoltre uno speciale Fondo don Aldo Ellena, con i suoi scritti educativi e pedagogici, le sue raccolte di lettere, conferenze e omelie che ricostruiscono fra le altre cose la nascita di Animazione sociale, la rivista da lui fondata e poi affidata al Gruppo Abele.
I faldoni di colore azzurro costituiscono invece una raccolta di documenti sui temi sociali cari al Gruppo Abele e oggetto del suo impegno. Questi sono suddivisi in cinque aree:
Diritti e giustizia
Accoglienza e marginalità
Dipendenze e droga
Criminalità e lotta alle mafie
Mondi, Volontariato, Chiesa
Si tratta complessivamente di circa 47mila articoli di giornali e riviste, dossier di ricerca, documenti dei Ministeri che testimoniano l’evoluzione nazionale e internazionale dei problemi coi quali il Gruppo Abele si è andato confrontando nel corso degli anni.
A partire dal 2020, grazie alla collaborazione con la cooperativa Arcobaleno Insaid, è partito il lavoro di digitalizzazione, cha ha già riguardato oltre 31mila documenti. Questo lavoro ha consentito di creare un database di facile consultazione, inserito nel PC della postazione in Archivio e accessibile a chiunque, previo appuntamento. Ricercatori, studenti, giornalisti, appassionati di storia e di storie: tutti sono invitati a una visita per conoscere e approfondire.
Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.
Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.
Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).