Libertà e Giustizia: Berlusconi, “Nulla da celebrare”
Comunicato di Libertà e Giustizia su Silvio Berlusconi e sul coro celebrativo, che si è alzato unanime a seguito del suo decesso, circa la sua figura di imprenditore e politico.
“Nulla da celebrare”.
Libertà e Giustizia è un’associazione nata nel 2002 per contrastare la cultura del berlusconismo, che per molti anni ha pervaso, corrompendola, la vita politica del nostro paese. Di fronte alla notizia che la morte di Silvio Berlusconi sarà celebrata con funerali di Stato, un giorno di lutto nazionale e 7 giorni di chiusura di Camera e Senato, siamo costretti a renderci conto che l’elaborazione dell’esperienza del berlusconismo e del disonore che ha recato all’Italia è ancora tutta da fare.
È mai possibile che il potere, che indubbiamente Berlusconi ha conquistato e conservato per molti anni, sia sufficiente ad assicurargli una sorta di postuma “ripulitura”, confinando all’oblio le tante vicende vergognose che hanno segnato i suoi anni di potere?
A cominciare dall’oscura provenienza delle sue ricchezze, e dai legami – mai fino in fondo chiariti e tuttora oggetto di indagine a Firenze – con la mafia; legami che hanno condotto alla condanna penale a carico di uno dei primi e fondamentali suoi consiglieri, Marcello Dell’Utri.
O l’appartenenza alla loggia massonica eversiva denominata P2.
E come dimenticare il travagliato parto della legge di regolamentazione della televisione privata, la cd. Legge Mammì, che gli ha consegnato una posizione di monopolio e di potere politico mediatico unica in Europa.
E i tanti processi per una pletora di reati, conclusi a volte per prescrizione e a volte grazie alle ben note leggi ad personam approvate da un Parlamento succube quando era presidente del consiglio. O l’accertata corruzione, da parte del suo altro sodale della prima ora Cesare Previti, nel caso Mondadori. O l’amicizia con Vladimir Putin o, ancora, l’aver portato il Movimento Sociale Italiano, erede della Repubblica di Salò, nello spazio politico costituzionale?
Ci ricordiamo le lodi agli evasori fiscali, la squallida vicenda delle “Olgettine”, la cultura grottescamente maschilista? Ci ricordiamo la risposta data a una giovane donna che, in una manifestazione pubblica, chiedeva come trovare lavoro?
Crediamo che la Repubblica italiana non debba celebrare un simile personaggio; ci sembra, al contrario, che molta strada sia da percorrere per elaborare e superare i danni che Berlusconi ha arrecato alla cultura civile del nostro paese.
“Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato è oggi un dovere civile”, ha detto Tomaso Montanari, rifiutando, nel suo ruolo di rettore, di calare a mezz’asta la bandiera italiana dell’Università per Stranieri di Siena. A lui e a tutte le persone che in queste ore hanno sentito necessario un simile gesto di disobbedienza civile va il nostro appoggio e la nostra solidarietà.
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