Grazie al conflitto di interessi, negato e deriso, nacque il polo Raiset, una mostruosità nel mondo, polo unico a telecomando unificato, premessa per una repubblica presidenziale, quel progetto gelliano, tanto caro anche alla destra di oggi. Un conflitto di interessi, oggi ereditato dal governo Meloni, che si propone di cambiare la “narrazione” della storia repubblicana, dall’antifascismo ai rapporti tra mafia e politica, sino al regolamento di conti con i poteri di controllo: informazione, giustizia, Parlamento, Corte costituzionale, Corte dei Conti.
A proposito dei rapporti con l’informazione restano memorabili i suoi attacchi contro i cronisti che “sporcavano l’immagine dell’Italia” parlando e scrivendo di mafia, camorra, illegalità, criminalità, del resto, come diceva Benigni, è noto che l’unico problema di Palermo sia il traffico.
Naturalmente tutto questo è stato reso possibile anche da chi, all’opposizione, ne ha subito il fascino, ha pensato di poterlo ingabbiare (vedi Bicamerale), ha giocato all’apprendista stregone, aprendo la strada al triste tempo presente. Noi che lo abbiamo contrastato in vita, lo rispettiamo in morte, ma senza rimpianto alcuno per un ventennio triste e torbido, eticamente e politicamente.
* Coordinatore Articolo 21