La violenza sulle donne, una patologia avvilente
In questi primi cinque mesi del 2023 sono già una cinquantina le donne assassinate da partner o ex partner e le violenze continuano a rappresentare l’espressione patologica e più dolorosa di quello squilibrio di status che caratterizza ancora il rapporto con l’uomo.
Quando si parla degli omicidi volontari consumati con vittime donne, nel linguaggio mediatico si usa frequentemente il termine di “femminicidi” che, pur facendo riferimento ad una categoria criminologica nota, non trova corrispondenza in una fattispecie codificata nel nostro ordinamento giuridico.
Nel contrasto alla violenza di genere si registra un forte impegno delle forze di polizia sia nella specifica formazione del personale, nelle campagne di informazione e prevenzione del fenomeno che nella predisposizione e utilizzo di tecnologie e strumenti di supporto alle attività di analisi e di repressione.
Il fenomeno è diventato talmente preoccupante da indurre il Governo a predisporre, nei giorni scorsi, un disegno di legge per apportare le necessarie modifiche ai delitti ritenuti i possibili indicatori di una violenza di genere e tra questi gli atti persecutori (art.612 bis c.p.) ampliando anche la possibilità di rendere obbligatorio il c.d. braccialetto elettronico nei confronti dei molestatori.
Gli atti persecutori (c.d. stalking), dopo un trend in progressivo incremento nel triennio 2019/2021 (dai 16.065 ai 18.724), nel 2022 hanno fatto registrare un significativo decremento passando a 17.259 con le vittime che sono sempre predominati quelle di genere femminile (74%), in gran parte maggiorenni (96%) e di nazionalità italiana (88%).
Da notare che nel 2022 l’incidenza (il rapporto, cioè, tra i reati e la popolazione residente nel territorio esaminato) dei reati commessi è risultata più elevata in Campania, Sicilia e Puglia mentre quella minore in Veneto, Trentino Alto Adige e Marche.
Non meno preoccupante la situazione che emerge dall’analisi dei reati introdotti dal cosiddetto “Codice rosso” (legge 19 luglio 2019, n°69), in particolare per quello di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (art.583 quinquies c.p.) e per le violazioni ai provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art.383 bis c.p.).
Quanto al primo delitto (con tale norma si riconosce alla deformazione dell’aspetto attraverso lesioni permanenti al viso un più grave disvalore rispetto alle altre lesioni gravissime), si è passati dai 25 del 2019 ai 98 del 2022 e per il secondo reato dai 658 del 2019 ai 2.493 del 2022.
Dall’analisi di tutti i dati interforze acquisiti dalla banca Dati delle Forze di Polizia (Dipartimento della Pubblica Sicurezza) emerge che il numero degli omicidi, dopo il biennio 2019/2021 caratterizzato da un lieve decremento, nel 2022 si è registrato in crescita attestandosi nuovamente a 319 persone uccise come nel 2019 di cui 125 donne (112 nel 2019).
Da notare che le donne uccise (preminente l’uso di armi improprie e/o di armi bianche) in ambito familiare/affettivo sono state vittime di partner o ex partner nel 59% dei casi, nel 33% dei casi sono risultate uccise per mano di genitori o figli mentre è residuale il caso di omicidi commessi da altro parente (8%).
Ci sono, poi, le donne con disabilità vittime delle medesime forme di violenza che colpiscono le altre donne anche attraverso diverse condotte legate alla stessa condizione di disabilità, come l’abuso farmacologico, il diniego di cure essenziali, la richiesta di prestazioni sessuali in cambio di aiuto o sostegno.
Non banalizzare mai nessun segno di violenza di cui sono vittime le donne che devono poter contare sull’aiuto delle forze di polizia anche attraverso il numero unico di emergenza 112 o con il numero antiviolenza e antistalking 1522 gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità.
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