“Illuminare le periferie”: presentato a Roma il V Rapporto
Nel 2022 i notiziari del prime time hanno dedicato agli esteri 17.533 notizie, il 41,5% del totale, con la guerra in Ucraina al centro dell’attenzione.
Il presidente della Fnsi Vittorio di Trapani: «Il 29 luglio saranno 10 anni dalla scomparsa di Padre Paolo Dall’Oglio. Spero che tutti i media dedichino l’intera giornata a lui».
Nella cornice di Villa Altieri a Roma si è svolto l’incontro “Osservatorio esteri”, nel corso del quale è stata presentata la V edizione del Rapporto “Illuminare le periferie”: al centro dell’indagine la quantità e la qualità della copertura giornalistica data alle notizie provenienti dal di fuori dei confini italiani.
L’indagine di quest’anno ha evidenziato come, sebbene i notiziari del prime time nel 2022 abbiano dedicato agli esteri 17.533 notizie, il 41,5% del totale delle news, raggiungendo la percentuale più elevata dei 10 anni di indagine (dal 2012 ad oggi e con 10 punti percentuale in più anche rispetto al 2021), vediamo che la pagina estera è stata appunto focalizzata su un unico evento: la guerra in Ucraina.
Nel 2022 l’area geografica dell’Europa è protagonista in tre quarti delle notizie estere (74%). A seguire, il Nord America e l’Asia (11%), mentre notiamo anche che, in controtendenza con il reale peso politico ed economico di questi paesi, Africa e Centro Sud America patiscono una costante e inesorabile marginalizzazione mediatica.
All’incontro hanno partecipato Guido D’Ubaldo (presidente dell’Ordine dei giornalisti della Regione Lazio), Emilio Ciarlo (responsabile delle relazioni istituzionali e della comunicazione di AICS – Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo), Vittorio di Trapani (presidente Fnsi), Daniele Macheda (segretario Usigrai), Anna Meli di Cospe, Giuseppe Milazzo e Paola Barretta di Osservatorio di Pavia, Roberto Natale (Tavolo Rai per la sostenibilità) e Giulia Tornari (direttrice dell’agenzia Contrasto e presidente di Zona).
«Questi dati – ha commentato Emilio Ciarlo dell’Aics – ci dicono non tanto che i criteri di notiziabilità siano sbagliati, ma che stiamo facendo fatica a guardare il mondo attuale. Illuminare le periferie non significa illuminare le zone “povere” perché siamo buoni, significa leggere il mondo e interpretarlo».
Anna Meli di Cospe ha aggiunto: «L’abbandono di certe realtà parte dalla base, dalla visione del servizio pubblico. A questo proposito non solo rilanciamo l’opportunità di rilanciare l’apertura di una sede latinoamericana, ma ci sembrerebbe opportuno rivedere il contratto di servizio Rai: non solo trasmettere valori italiani e europei al mondo, ma anche informare sul mondo il pubblico italiano».
Parole che hanno trovato d’accordo il segretario dell’Usigrai Daniele Macheda: «Un unico corrispondente per la Cina e uno per l’Africa è davvero troppo poco. Come sindacato continueremo a batterci perché la Rai potenzi questo ambito».
L’importanza del lavoro sul campo è stata ribadita anche dal presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani: «Ci sono colleghi e colleghe giornalisti che hanno fatto e fanno un ottimo lavoro su questo, qualcuno che ha dato anche la vita per questo, da Ilaria Alpi e Andy Rocchelli. Giornalisti, che insieme anche ad attivisti e anche cooperanti hanno tentato di farci vedere il mondo da un’altra prospettiva, di raccontare storie che danno sostanza ai numeri. Che è quello che ci serve». Di Trapani ha poi lanciato un appello: «Il 29 luglio saranno 10 anni dalla scomparsa di Padre Paolo Dall’Oglio. Spero che tutti i media dedichino l’intera giornata a lui: parlando di lui, ma anche portando nei sommari lo spirito del suo “sporcarsi le mani” nelle periferie, del suo impegno di costruttore di ponti».
Ad accompagnare la presentazione anche la mostra “Out of frame”, un lavoro visivo che ha coinvolto fotografi di tutto il mondo e sociologi e che con stili e linguaggi diversi racconta le migrazioni e i vari momenti del percorso migratorio: l’accoglienza, l’inclusione, lo smarrimento, i ricordi, e svela in modo particolarmente chiaro il doppio standard rispetto ai criteri di notiziabilità. Nelle foto di Alessio Mamo vediamo la frontiera polacca prima della guerra in Ucraina dove i migranti erano bloccati e respinti e poi si vede la stessa frontiera da cui il flusso di migrati ucraini entravano ben accolti. «La fotografia è però ancora strumentale al racconto dei media: non sono i produttori di immagini che decidono la linea – dice Giulia Tornari, direttrice di Contrasto e presidente di Zona- Occorre migliorare la cultura su immagini e fotografia».
Scarica qui il V Rapporto Illuminare le periferie 2023
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