La parata degli educatori
E se invece dei militari fossero gli insegnanti e gli educatori a sfilare in parata il 2 giugno?
Me lo chiedo ogni anno: “Perché a celebrare la Festa della Repubblica devono essere i militari e le armi?”.
La Repubblica italiana si fonda sul lavoro, si legge nei primi palpiti della Carta costituzionale. E se si fonda sul lavoro perché marciano i soldati? Dovrebbero essere i lavoratori d’ogni specie a rappresentarla!
E sarebbe ancora più vero e più bello che nell’anno centenario della nascita di don Milani, sfilassero tutti coloro ai quali è affidato il seme di futuro che si chiama educazione. Quella classe docente sottopagata e sottostimata cui vengono affidati i figli di questo Paese e che rischiano il linciaggio ad ogni colpo di tosse che non va nella direzione in cui vorrebbero i genitori.
Poi – per carità – è vero che, come per tutte le professioni, ci sono educatori diseducanti, incoerenti, ignoranti… ma alcuni di loro vivono quel ruolo con passione e con impegno cercando di mettercela tutta. Ogni giorno. E alcuni di quelli che non leggono, non studiano, non si preparano, non mostrano alcun interesse… forse vanno incoraggiati a sentire che i cittadini credono in loro.
Sì, una parata degli educatori renderebbe anche ragione di quel sentimento misto di nostalgia e di gratitudine che sentiamo verso quell’insegnante che, insieme alla storia, alla geografia, alla matematica e all’educazione fisica, ci ha comunicato vita.
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