NEWS

Omicidio Ján Kuciak, l’imprenditore Kočner assolto di nuovo

Redazione il . Criminalità, Diritti, Giustizia, Informazione, Internazionale, Memoria

La Procura speciale slovacca lo accusava di essere il mandante dell’uccisione del giornalista, ma per il tribunale penale speciale ciò non poteva essere provato oltre ogni ragionevole dubbio.

L’imprenditore Marian Kočner è stato assolto dall’accusa di omicidio di Ján Kuciak. È quanto si apprende dall’ultima sentenza del tribunale penale speciale di Pezinok che ha lavorato sulla morte del giornalista slovacco ucciso nel 2018. I giudici si sono limitati a individuare nella stretta collaboratrice dell’imprenditore, Alena Zsuzsová, la persona che ha ordinato l’omicidio, condannandola a 25 anni di carcere.

Kočner era stato accusato dalla Procura speciale slovacca di essere il mandante dell’omicidio, ma è stato assolto per la seconda volta.

Alla notizia del verdetto, i parenti di Ján Kuciak hanno lasciato l’aula. Ma il caso non è ancora completamente chiuso, vista la possibilità dei procuratori e degli imputati di fare ricorso in appello.

Alena Zsuzsova è stata dichiarata colpevole del reato di omicidio di primo grado e di armamento illegale. Per lei e per lo stesso Kočner il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo.

Al momento del loro omicidio Jan Kuciak e Martina Kušnírová avevano 27 anni. I processi degli ultimi anni hanno identificato l’ex militare 37enne Miroslav Marček come l’esecutore materiale della strage. Fu lui che il 21 febbraio si fece aprire la porta di casa dal giornalista, che fu freddato con colpi di pistola al petto e alla testa. L’assassino sparò anche alla fidanzata Martina, accorsa sul luogo dell’omicidio dalla doccia dopo aver sentito gli spari.

Kuciak stava lavorando sugli intrecci tra la criminalità e la politica nel suo Paese. Prima di essere ammazzato si stava concentrando su Kočner, che secondo il giornalista avrebbe venduto fittiziamente appartamenti a sé stesso per frodare la legge nazionale in materia di Iva. Per i suoi affari Kočner si sarebbe servito dei suoi legami con criminalità organizzata e vari uomini della politica, della polizia e della magistratura.

Marček, che ha confessato le sue responsabilità sin dal primo giorno di udienza, è stato condannato a 25 anni di carcere nel 2020. L’uomo ha scampato l’ergastolo in quanto la sua testimonianza è stata ritenuta fondamentale per ricomporre l’andamento dei fatti.

Le sue affermazioni hanno permesso ai giudici di definire anche il ruolo di Tomáš Szabó, ex investigatore di polizia. Inizialmente considerato semplicemente l’autista dell’assassino, si è poi scoperto che ha pianificato con Marček la strage (i due avevano ucciso nel 2016 anche l’imprenditore Peter Molnár) e che ha fatto da staffetta al killer sul luogo del delitto. Anche lui sconterà 25 anni di carcere.

Sono stati assegnati 15 anni invece al mediatore Zoltán Andruskó, colpevole di aver fornito a Marček e Szabó informazioni e foto del giornalista. Andruskó, il primo a testimoniare nel processo, ha permesso ai giudici di raccogliere solo prove indiziarie a carico di Kočner grazie ai rapporti che il mediatore aveva con Zsuzsová. Quest’ultima ha sempre negato le accuse a suo carico.

Gli inquirenti hanno affermato che sono stati pagati 70 mila euro per l’uccisione di Kuciak, utilizzati come un condono di un debito precedente.

Il caso ha portato a proteste diffuse che hanno provocato prima le dimissioni dell’allora ministro della Cultura, Marek Maďarič, e successivamente del ministro dell’Interno Robert Kaliňák. Pochi giorni più tardi anche il primo ministro Robert Fico, attorno a cui stringeva il cerchio delle indagini di Kuciak, ha annunciato che si sarebbe dimesso per evitare le elezioni anticipate e “risolvere la crisi politica”.

L’ultimo articolo di Kuciak pubblicato su Aktuality.sk, metteva in evidenza i legami tra alcuni uomini d’affari italiani con il crimine organizzato che si era stabilito nella Slovacchia orientale, e che per anni si era appropriato illecitamente dei fondi dell’Unione europea stanziati per lo sviluppo delle regioni più povere del Paese. Secondo Kuciak erano coinvolti anche officiali di stato, tra cui Viliam Jasaň, deputato e segretario del Consiglio di Sicurezza Statale della Slovacchia, e Mária Trošková, un’ex-modella che era diventata consigliera principale del primo ministro Robert Fico.

Gianluca Martucci, Euronews


Slovakia: Profound disappointment as suspected mastermind in Ján Kuciak murder acquitted again

Following today’s acquittal of the suspected mastermind in the killing of Slovak journalist Ján Kuciak, the European Federation of Journalists (EFJ) joined the undersigned international media freedom organisations in expressing our profound disappointment, renewing our calls for justice and conveying our steadfast solidarity with the families of Ján Kuciak and his fiancée Martina Kušnírová.

This acquittal of businessman Marian Kočner, which was announced earlier today following a retrial at the Specialized Criminal Court, represents another devastating blow to the fight for full justice for Ján and Martina’s killing. The judges voted 2:1 to find Kočner not guilty of ordering the 2018 assassination.

The judges did convict Alena Zsuzsová, a close associate of Kočner, of ordering the hit and sentenced her to 25 years in prison. She was also convicted of ordering the murder of two Slovak prosecutors. Both her and Kočner’s verdicts, which come after the Supreme Court revoked the initial acquittals in June 2021, can be appealed.

Kuciak and Kušnírová were shot dead in their home outside Bratislava on 21 February 2018. Judges again ruled that prosecutors had not presented the concrete evidence necessary to rule beyond reasonable doubt that Kočner – a businessman with links to Slovakia’s political, judicial and security elite – had ordered the journalist’s death. Both he and Zsuzsová are currently serving lengthy sentences for other crimes.

Our first thoughts go to Ján and Martina’s families, who have endured years of painful court hearings and who have yet again been denied full justice and accountability. We share their intense frustration regarding Kočner’s verdict and stand in full solidarity with the couple’s family, loved ones and colleagues at this difficult time.

This repeated failure to secure the conviction of the suspected mastermind is another damaging setback in the fight against impunity for the murder of journalists in Slovakia, and in Europe. This case follows an all-too-common pattern in which the hitmen and facilitators involved in such crimes are put behind bars while the suspected masterminds who ordered the murder evade justice.

Another acquittal for the most serious crime against journalism in Slovakia’s modern history also has worrying implications for the fragile media freedom progress made within the country in recent years. As we process this disappointing setback, we remain as committed as ever to securing full justice for Ján and Martina and will support the families during the appeal to the Supreme Court.

Those who order the killing of a journalist cannot be allowed to act with impunity. The fight for justice will continue.

Signed:

  • ARTICLE 19 Europe
  • Committee to Protect Journalists (CPJ)
  • European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
  • European Federation of Journalists (EFJ)
  • Free Press Unlimited (FPU)
  • International Press Institute (IPI)
  • OBC Transeuropa (OBCT)
  • Reporters Without Borders (RSF)

This statement was coordinated by the Media Freedom Rapid Response (MFRR), a Europe-wide mechanism which tracks, monitors and responds to violations of press and media freedom in EU Member States and candidate countrieswww.mfrr.eu


 


Omicidio Jan Kuciak, 25 anni al killer reo confesso

CHANCE chiede Verità e Giustizia per Jan Kuciak e Martina Kušnírová

Today Jan Kuciak was murdered again

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link