Quella “forbice” tra delitti denunciati e delitti commessi
“L’esigenza d’informazione sui temi della sicurezza che assumono una rilevanza prioritaria nel dibattito pubblico in Italia, come pure nel sentire di ogni cittadino”, ha portato ad un approfondito studio “La criminalità: tra realtà e percezione”, presentato nei giorni scorsi e frutto della collaborazione istituzionale tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza-Direzione Centrale della Polizia Criminale e l’Eurispes (Istituto di Studi Politici Economici e Sociali).
Un approfondimento su diverse fattispecie criminali basato “su dati concreti (dati statistici estrapolati dalle banche dati delle due istituzioni, ndr) e una visione d’insieme che offra una corretta interpretazione dei fenomeni, al di là dei luoghi comuni e dei facili allarmismi”.
La paura di subire reati è sempre molto alta e la costante flessione dei delitti denunciati dal 2014 al 2020 (che nello studio vengono, a mio avviso, indicati in maniera inappropriata, solo come commessi) per poi risalire nel 2021 e 2022, non mi pare del tutto rassicurante.
Si consideri a riguardo che, in relazione al reato subito, ben il 56,2% delle persone intervistate (un campione di 1.026 cittadini) nell’indagine PS-Eurispes, non ha presentato denuncia, motivando in vario modo la scelta; il 28% non avrebbe denunciato in quanto lievi i danni subiti, il 19,2% ha risolto in altro modo, il 15,5% per sfiducia nella giustizia, il 12,1% non ha denunciato per evitare le spese legali derivanti da un processo, l’1,7% per paura di ritorsioni e il 10% per sfiducia nell’azione delle forze di polizia. Quindi i delitti commessi sono molti di più rispetto a quelli denunciati anche se questa “cifra oscura” è difficile da quantificare.
Tornando all’andamento della delittuosità che, dopo il livello più basso del 2020 con 1.900.624 delitti, è tornato a risalire con 2.104.114 nel 2021 e 2.183.045 nel 2022, non si può non rilevare come il valore del 2020, il più basso mai raggiunto, abbia evidenziato comunque una sorta di “arroganza” e “spavalderia” dei delinquenti che hanno circolato sulle strade urbane ed extraurbane nonostante le forti limitazioni alla mobilità imposte dalle autorità per contenere la pandemia.
Insomma, per essere chiari, in una situazione di blocco della circolazione per periodi anche prolungati e di capillari controlli sul territorio operati dalle forze dell’ordine e dalle polizie locali, mi sarei aspettato un crollo ancora più netto dei delitti, in particolare dei furti. E invece, manolesta, truffatori, ladri e rapinatori, hanno trovato spazio per andare in giro a delinquere.
L’aumento dei delitti nel 2022 rispetto al 2021 viene considerato fisiologico dopo il calo del 2020 con un incremento, in particolare, dei furti (+17,3%), delle rapine in pubblica via (15,9%), delle rapine negli esercizi commerciali (+10,9%), della ricettazione (+7,4%).
Sarebbe stato opportuno indicare anche quanti sono stati i furti nelle abitazioni (molti secondo fonti attendibili del Dipartimento della PS) che sono quelli “che più preoccupano gli italiani sul piano della sicurezza” e che hanno indotto il 22,5% degli intervistati ad installare, negli ultimi tre anni, un sistema di allarme in casa, grate alle finestre (il 21,4%), la porta blindata (il 20,7%).
Se la paura e le diffuse incertezze sono una costante del nostro tempo “alimentate da emergenze continue, dalla pandemia, al conflitto russo-ucraino, ai disastri climatici e ecologici” (aggiungerei anche dalle drammatiche e frequenti notizie di stragi di studenti, cittadini e migranti compiute con armi automatiche da folli nelle scuole e nei centri commerciali in alcuni Stati americani), non si può certo parlare di “facili allarmismi” né, tantomeno, di rappresentazione esageratamente enfatica dei mass media sul tema della criminalità (nel campione intervistato per il 27,9% la narrazione dei media è realistica, per il 26,1% la criminalità è rappresentata in modo meno grave rispetto alla realtà mentre per il 21% i media offrono una visione allarmistica).
In aumento, infine, le denunce nel 2022 nei confronti di stranieri ritenuti responsabili di attività illecite (271.026), in lieve aumento rispetto al 2021 quando furono 264.864 con un maggiore coinvolgimento in attività delittuose di natura predatoria (41.462 gli stranieri denunciati/arrestati nel 2022 – rispetto ai 35.870 del 2021 – in prevalenza romeni, marocchini, albanesi, tunisini).
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Sicurezza pubblica: il pericolo concreto della diffusione di una “cultura della violenza”
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