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La violenza delle gang latinoamericane nel nord Italia

Piero Innocenti il . Criminalità, Dai territori, Forze dell'Ordine, Giovani, Lombardia, SIcurezza

La recente operazione della squadra mobile di Milano con l’arresto di nove appartenenti alla banda dei “Latin King’s” con l’accusa di associazione per delinquere, tentato omicidio, rissa ed altri reati, ha riacceso l’attenzione sulle gang sudamericane e sulle rivalità tra le varie bande per il controllo del territorio.

Già una decina di anni fa diversi episodi di criminalità (risse con lesioni, rapine, tentati omicidi) a Milano, Torino, Genova, ad opera di giovani e giovanissimi, per lo più stranieri di provenienza sudamericana, avevano destato non poca preoccupazione negli ambienti investigativi.

Il fenomeno della formazione di “bande sudamericane”, in realtà, si è andato sviluppando nel nostro Paese da almeno una ventina di anni e sono  costituite in prevalenza da figli di immigrati giunti in Italia per ricongiungersi con i genitori, portando con sé esperienze di devianza assimilate nei paesi di origine ove da tempo immemorabile, nei quartieri urbani e sub-urbani delle grandi città, agiscono pericolose bande dette “maras” (termine che deriva da “marabunta”, la migrazione in massa di formiche amazzoniche che divorano tutto quello che trovano durante il loro cammino).

Sedici anni fa il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato (Dipartimento della Pubblica Sicurezza) aveva allertato alcune Questure sulla presenza di queste bande giovanili sudamericane “in grado di pregiudicare in maniera sensibile l’ordine e la sicurezza pubblica” stimolando l’attenzione degli organismi investigativi territoriali “in considerazione del crescente sviluppo di sinergie ed alleanze tra i gruppi, per lo più originate da legami etnici o parentali e della conseguente tendenza alla dismissione del loro carattere pulviscolare”.

E non sono mancate negli anni passati operazioni di polizia con gli arresti di giovani ecuadoriani, dominicani, salvadoregni, portoricani e peruviani. Si tratta, come accennato, di giovani, anche minorenni, “catapultati” nel nostro Paese, in un contesto sociale nuovo in cui si sentono emarginati e con evidenti difficoltà di inserimento, isolati culturalmente che non trovano altre possibilità di affermazione se non nella forza del gruppo etnico e nella pratica della violenza. Uso della forza che non è espressione di un programma criminoso ma che viene quasi sempre utilizzato in occasione di contrasti con altre bande o all’interno dello stesso gruppo per ottenere e conservare il rispetto del capo da parte degli altri membri.

Il gruppo dei Latin King’s (nati a Chicago negli anni Quaranta da latino americani provenienti da Portorico), è caratterizzato da una organizzazione gerarchica ben strutturata che ha come finalità “istituzionale” quella di estendere nel mondo la Nazione dei Re Latini organizzazione operante a livello mondiale che pone l’accento sulla solidarietà culturale per recuperare dalla strada i giovani sudamericani.

I Latin King’s, riconoscibili anche dai colori nero e oro giallo (simboleggiano la morte e la vita) che caratterizzano i loro vestiti e ornamenti, contano migliaia di affiliati nel mondo ed il loro motto è “i vigliacchi muoiono molte volte prima della loro morte, i re latini muoiono una sola volta”. I membri della banda portano tatuaggi (i più comuni sono le iniziali del gruppo, le icone del re e della regina), solitamente su una sola parte del corpo, in quanto credono che ogni persona possegga una parte “nera” che può essere macchiata e una “bianca” che deve rimanere tale perché rappresenta la purezza.

In Italia, da tempo, sono stati individuati cinque gruppi dei Latin King’s a Genova, Milano, Chiavari, Roma e Torino ognuno dei quali ha uno o più Rey, capi carismatici detti anche “corone” che si riuniscono per decidere le strategie comuni.

C’è, poi, il gruppo dei Netas (abbreviazione della parola spagnola “puneta” che indica una persona o una cosa che provoca fastidio),nato negli anni Ottanta e consolidatosi negli USA per poi giungere, a seguito delle  migrazioni, in Spagna e Italia. Anche i Netas hanno dei simboli di riconoscimento che possono essere esibiti solo da coloro che hanno giurato fedeltà al gruppo; i più frequenti sono la sovrapposizione del dito medio all’indice che significa “il più forte difende il più debole” e l’unione delle due mani a forma di cuore che rappresenta la fedeltà al gruppo.

La rivalità tra Netas e Latin King’s é nata in Sudamerica per motivi legati al controllo del territorio e, anni fa, nel 2004, si è manifestata anche a Genova. Si tratta, insomma, di bande caratterizzate da un’elevata aggressività sulle quali va mantenuta alta l’attenzione degli organismi di polizia anche per contrastare l’evoluzione verso modelli criminali ancor più pericolosi.

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