Protezione speciale: “Restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato”
Magistratura democratica per il diritto alla vita e alla dignità di tutte le persone.
Abbiamo già espresso il nostro radicale dissenso sul c.d. “decreto Cutro”, un provvedimento che colpisce la vita e le relazioni affettive e sociali di persone ormai integrate nel nostro Paese senza ridurre in alcun modo al tragedia delle morti in mare.
Guardiamo ora con ancora maggiore allarme alla proposta di modifica del decreto che mira ad azzerare del tutto la protezione speciale, a cancellare la convertibilità dei permessi ottenuti in relazione alla tutela della vita privata e familiare o al fine di rimanere nel nostro Paese per cure mediche, nonché a limitare il divieto di espellere persone affette da gravi patologie al solo caso (difficile da accertare in maniera tempestiva) in cui le patologie non siano “adeguatamente curabili nel paese di origine”.
Il linguaggio burocratico dei numeri – l’abrogazione dell’art. 19, comma 1.1., del Testo unico stranieri nella parte in cui fa riferimento agli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato italiano – nasconde una norma odiosa, palesemente in contrasto con l’art. 10 della Costituzione, con l’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e con l’art. 18 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e tale da consegnare il nostro Paese in una situazione quasi unica di illegalità internazionale.
Una norma che genererà contenzioso sia davanti alla Corte costituzionale sia nelle aule dei tribunali, con i giudici certamente chiamati a dare applicazione diretta a quelle norme costituzionali e convenzionali che trovano il loro fondamento di legittimità nell’espansione del diritto alla vita e alla dignità di tutte le persone.
Sentiamo il dovere di ricordare, a tutti, il monito del Presidente della Repubblica in occasione dell’emanazione del decreto legge n. 113/2018: “Avverto l’obbligo di sottolineare che, in materia, come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall’art. 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali dell’Italia”.
La situazione di incertezza che si genererà, tuttavia, aumenterà il numero dei morti e degli irregolari. I più poveri e vulnerabili, anziché essere sostenuti e integrati, verranno definitivamente trasformati nei fantasmi delle nostre paure e in bersaglio dei processi espulsivi e di criminalizzazione.
Questi tentativi di dar vita a una legislazione in contrasto con i diritti e le leggi internazionali dei più deboli vengono posti in essere – sotto lo schermo di uno stato di emergenza dai contenuti poco chiari – proprio nel momento in cui l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Turk, ricorda al nostro Paese che “qualsiasi nuova politica nell’ambito dello stato di emergenza deve essere conforme agli obblighi dell’Italia in materia di diritti umani” ed esorta il governo “ad abbandonare la nuova e severa legge adottata all’inizio dell’anno che limita le operazioni civili di ricerca e soccorso e ad astenersi dal criminalizzare coloro che sono coinvolti nel fornire assistenza salva-vita”.
Come giuristi metteremo in campo ogni iniziativa a tutela delle norme costituzionali e convenzionali che lo stesso Presidente della Repubblica chiama ad attuare.
Magistratura democratica non intende rimanere in silenzio e, oltre a lanciare un forte allarme a tutto il mondo dei giuristi, aderisce alla manifestazione “Invertire la rotta” del 18 aprile 2023.
Documento approvato dal Consiglio nazionale di Magistratura democratica del 16 aprile 2023.
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