Presunzione di innocenza, la Fnsi chiama in causa la Commissione Europea
La Federazione nazionale della Stampa italiana ha presentato un esposto alla Commissione Europea per denunciare le modalità di attuazione in Italia delle norme contenute nella direttiva Ue del 2016 in materia di rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali.
Come segnalato in più circostanze dalla Fnsi e dagli altri organismi della categoria, nonché da numerosi giornalisti e giornaliste, a parere del sindacato il decreto legislativo n. 188 dell’8 novembre 2021 – con il quale, appunto, il legislatore ha recepito nell’ordinamento italiano le disposizioni contenute nella direttiva Ue – snatura gli obiettivi del provvedimento europeo e ne tradisce le finalità, trasformandosi di fatto in un bavaglio all’informazione.
Con la consulenza della professoressa Marina Castellaneta, avvocata e docente, esperta di diritto internazionale, mercoledì 12 aprile 2023 la Federazione della Stampa ha ribadito la convinzione che le norme adottate in Italia per dare attuazione all’atto Ue si siano trasformate in una limitazione, con strumenti indiretti, dell’esercizio effettivo del diritto di cronaca e del diritto dei cittadini ad essere informati.
«La normativa italiana – lamenta fra l’altro il sindacato dei giornalisti – ha prodotto un chilling effect sulla trasmissione delle informazioni, con gravi danni per la libertà di stampa e per l’intera collettività e lo ha fatto strumentalizzando la direttiva Ue che è stata utilizzata per raggiungere obiettivi diversi rispetto a quelli che intendeva perseguire».
Nella convinzione che l’azione della Commissione Europea potrebbe condurre a una rapida e necessaria modifica legislativa, «riteniamo urgente – conclude l’esposto – un intervento al fine di assicurare la corretta attuazione della direttiva Ue e il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea».
Già nel febbraio 2022, la Fnsi aveva scritto alla presidenza della Commissione e al commissario per la Giustizia per segnalare gli eccessi interpretativi delle norme da parte di alcune Procure che nel corso dei mesi si sono sempre più tradotte in una compressione della libertà di espressione e del diritto dei cittadini ad essere informati in modo corretto, completo e tempestivo.
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