Le discriminazioni sui bambini, segno di una visione politica senza futuro
“Non insegnate ai bambini
Non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
Potrebbe far male
Forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.
Non elogiate il pensiero
Che è sempre più raro…”
Le parole di una delle ultime canzoni di Giorgio Gaber, in un disco considerato quasi il suo testamento, sono lo spunto per riflettere su come l’aria di destra che si respira nel nostro paese, nel voler affermare la propria visione morale, finisca per colpire proprio i bambini e i loro diritti.
La prima indicazione è quella di ostinarsi a impedire ai bambini stranieri che sono nati qui, o qui vivono da anni, di ottenere prima del diciottesimo anno, la cittadinanza italiana, anche se frequentano le nostre scuole, giocano nelle nostre squadre sportive, parlano l’italiano meglio di noi, conoscono la nostra storia meglio di noi, sono inseriti pienamente nelle nostre comunità.
Con l’avvento delle destre al governo questi temi sono spariti anche dalla discussione e dall’agenda politica.
La seconda indicazione è quella che emerge dalle modifiche apportate dalla destra a una proposta di legge che prevedeva che i bambini figli di donne in prigione potessero vivere in spazi diversi dal carcere, per rendere meno difficile e complicato il loro sviluppo psico-fisico.
L’obiettivo di questa proposta non era quello di concedere un’amnistia alle donne che si sono macchiate di un crimine (molto spesso furti o rapine) , ma far sì che le mamme e i minori potessero vivere, nel momento più delicato per i bambini, non in un carcere ma in una casa protetta, nel rispetto di quell’articolo 27 della Costituzione che invita alla rieducazione.
Anche questa strada che favoriva una migliore qualità della vita di questi bambini è stata dunque fermata in quanto a seguito delle modifiche volute dalla destra il testo è stato stravolto e alla fine ritirato.
La terza indicazione che viola i diritti dei bambini è quella di vietare le trascrizioni in Italia dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali.
In questo caso si fa riferimento alla legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso. Una legge che vieta anche la maternità surrogata.
Una legge che poco ha a che vedere con chi già oggi, bambino, vive in queste nuove famiglie e ai quali devono essere riconosciuti gli stessi diritti degli altri bambini.
Questa decisione si unisce anche alla bocciatura del Parlamento Italiano sulla proposta di un regolamento europeo che permetterebbe a coloro che hanno avuto figli in qualsiasi stato europeo diverso dal proprio di essere automaticamente riconosciuti come genitori anche nel proprio paese, attraverso un “certificato europeo di filiazione”.
Ciò che accadrà è che i bambini che oggi già vivono con coppie omosessuali o comunque sono nati anche attraverso la maternità surrogata, avranno meno diritti dei bambini che vivono con coppie cosiddette “normali”, in una forma di discriminazione che in Europa si vive solo in Polonia e in Ungheria.
Questo non vuol dire non ritenere la maternità surrogata un reato, ma vuol dire che i bambini che così sono nati, non per scelta loro, devono avere diritto a una famiglia che li ama e li aiuta a crescere, comunque questa famiglia si dia formata. È l’amore che da vita alla famiglia.
È una visione molto triste e arcaica quella che intendendo “colpire” il mondo degli adulti, finisce per punire e limitare i diritti dei bambini.
Una visione che guarda all’ideologia e non alla vita concreta delle persone, ai bisogni di bambini che noi adulti dovremmo avere come il faro che illumina la complessità della vita.
Mentre l’ideologia ci para gli occhi di fronte alle diversità che, soprattutto chi fa politica, dovrebbe essere in grado di avere davanti a sé, anche se non corrispondono alle proprie idee.
I bambini oggi esistenti, che vivono sul nostro territorio, per la nostra Costituzione e per la Convenzione Onu che li difende e che l’Italia ha firmato, devono avere gli stessi diritti
Sarà per questo che oltre 20 anni fa ancora Giorgio Gaber, in questa stessa canzone dice sempre a noi adulti: “Non indicate per loro Una via conosciuta Ma se proprio volete Insegnate soltanto la magia della vita”.
Ma da questa visione politica, che discrimina bambini già qui con noi, oggi, che vivono nelle nostre città, corrono lungo le nostre strade, non nasce nessuna magia, solo una grande tristezza…
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