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Milano, l’abbraccio dei settantamila ai familiari delle vittime delle mafie

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Luigi Ciotti: “La saldatura tra mafie e capitale economico richiede nuovi paradigmi”.

Settantamila volti, settantamila sorrisi, settantamila persone hanno sfilato per le strade di Milano per dire basta alle mafie e corruzione per ricordare le tante vittime innocenti delle mafie in Italia e non solo. Una marea colorata, tantissimi giovani, arrivati sin dalle prime ore dell’alba da tutt’Italia con treni, pulmann per salutare l’arrivo della Primavera.

“Ricordare tutte le vittime innocenti della violenza criminale mafiosa è fondamentale – ha spiegato don Luigi Ciotti presidente di Libera – e questa è una giornata che noi abbiamo fortemente voluto; ma non dobbiamo neanche dimenticarci che l’80% di questi familiari non conosce la verità o ne conosce solo una parte”.

“Eppure – prosegue Don Ciotti – le verità passeggiano per le vie della nostra città; c’è chi ha visto, c’è chi sa. Allora è necessario prendere coscienza in questo nostro Paese che la presenza criminale mafiosa che ha ucciso tante persone è un problema che non può essere dimenticato”.

“Finché non ci sarà una presa di coscienza collettiva delle ricadute della peste mafiosa sulle vite di tutti – ha concluso Luigi Ciotti – la lotta alle mafie non riuscirà a estirpare il male alla radice. Dobbiamo andare alla radice del male, la radice è culturale, sociale, etica. Oggi c’è convivenza dovuta a connivenza e sottovalutazione, a letture inadeguate dei fenomeni criminali che si sono evoluti assumendo forme e metodi che richiedono nuovo sguardi e nuove strategie. La saldatura tra mafie e capitale economico richiede nuovi paradigmi. Le mafie sono divenute moderne imprese e possono contare sulla violenza bianca del capitale economico. Oggi restano grovigli con la corruzione e la massoneria”.



Il messaggio di Liliana Segre a Libera

Il messaggio della Senatrice a vita a Libera, in occasione della XXVIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Caro don Luigi Ciotti, signore e signori dell’associazione Libera contro le mafie, benvenute e benvenuti a Milano. L’occasione è particolare e importante: la XXVIII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia.

Libera da tanti anni conduce una battaglia indefessa e coraggiosa contro la mafia, contro l’organizzazione criminale, ma anche contro le connivenze politiche che talvolta si registrano e contro gli interessi economici che si nascondono e proliferano dietro l’attività criminosa.

Ma quest’anno la situazione è particolare. Intanto perché per il secondo anno continua una sanguinosa guerra di aggressione da parte della Russia ai danni dell’Ucraina, il che significa, morti, distruzione, milioni profughi. Ma poi la recente strage di migranti consumatasi nel mare di Cutro ci ripropone in tutta la sua drammaticità una questione epocale ovvero la mancanza di serie politiche di salvataggio e accoglienza di migliaia di persone che fuggono dalla guerra e dalla fame.

Se ci fate caso le nostre traiettorie si incrociano nel nome della memoria e dell’impegno. Io come una delle ultime testimoni di qualcosa di inaudito come la Shoah, voi con l’impegno da sempre contro la mafia, tutti noi a testimoniare e denunciare lo scandalo di uomini e donne, bambine e bambini costretti alla morte in mare per criminale sordità e insensibilità. Bisogna fare di più, molto di più. In Italia, in Europa, nel mondo.

Ciò che ci unisce è quindi proprio il culto della memoria. Ricordare le vittime della Shoah e di tutti genocidi, le vittime della mafia e dei poteri criminali, le vittime della tratta di esseri umani e di aberranti politiche verso i migranti.

Quest’anno voi avete deciso di leggere, insieme ai nomi delle vittime della mafia anche i nomi delle persone, adulti e minori, morte nella tragedia di Cutro. Condivido del tutto questa scelta. Perché si tratta di persone. Che hanno un nome ed un cognome. Una storia, una identità, una vita.

Donne ed uomini. Bambine e bambini. Colpevoli di nulla, se non di esistere e di voler vivere una vita degna. E la vita è indegna se si è sotto il terrore del razzismo, della fame, della criminalità, della guerra.

Nella mia decennale esperienza di diffusione della memoria della Shoah sempre su un tasto ho insistito: quello della lotta all’indifferenza. Cioè all’ignoranza, all’irresponsabilità, al voltarsi dall’altra parte. E anche questo è un tratto che ci unisce. Perché tanto nella lotta alla mafia, quanto nell’indignazione per certe politiche contro i migranti, il primo nemico è proprio l’indifferenza, l’assuefazione, la cultura deteriore del “farsi i fatti propri”.

E invece è la cultura della cura che dobbiamo diffondere. I care come diceva don Milani. Me ne curo. Mi interessa. “Il contrario del motto fascista ‘me ne frego!’”.

E del resto la nostra Costituzione, nata dalla lotta al fascismo e al disastro che il regime lasciò dietro di sé, ci invita nel suo spirito, ma particolarmente in due articoli, a concepire sempre la nostra identità a partire dall’altro. In primis l’articolo 2, che tanto tutela i diritti del singolo e delle “formazioni sociali”, quanto vincola ognuno e tutti ai “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Si capisce l’importanza del collegamento. Come singoli e “comunità” possiamo vantare diritti solo in quanto li riconosciamo agli altri e attivamente ci impegniamo nel rispetto, nel confronto, nella solidarietà.

E poi l’articolo 3, che al primo comma stabilisce la parità formale delle cittadine e dei cittadini, ma nel secondo comma stabilisce che la Repubblica nel suo insieme, lo Stato, le Istituzioni, hanno il “compito”, quindi il dovere deontologico, di intervenire per “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza di cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

Quest’anno la nostra Costituzione compie 75 anni dall’entrata in vigore. Il modo migliore per conservare la fedeltà ai suoi valori è restare ciascuno al proprio posto e nella propria responsabilità nell’opera di difesa e di promozione della pace, della giustizia, dell’uguaglianza, della solidarietà.

Auguro quindi il miglior successo alla vostra Giornata e rinnovo a tutte e tutti il più cordiale e partecipe saluto,

Liliana Segre



Milano 21 marzo 2023. XXVIII Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Milano 20 marzo, nella Basilica di Santo Stefano veglia ecumenica con l’Arcivescovo di Milano Delpini in memoria delle vittime delle mafie

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