Don Ciotti, “Criminalità e corruzione sono un problema nazionale e internazionale, lo ricorderemo a Milano il 21”
La giornata delle vittime innocenti delle mafie commemorerà la strage di via Palestro del ’93.
“La Lombardia e Milano sono da sempre territorio considerato utile per le mafie e la corruzione, per l’importante movimentazione di denaro derivante dall’industria e dalla finanza”. Lo sottolinea Libera contro le mafie, associazione promotrice della grande manifestazione nazionale che per questa edizione 2023 si terrà lunedì 20 e martedì 21 prossimi a Milano.
“Torniamo a Milano -spiega don Luigi Ciotti all’Adnkronos- perché quest’anno ricorre il trentennale della strage mafiosa di Via Palestro, (avvenuta il 27 luglio 1993 ndr) in cui persero la vita cinque persone. Per ribadire che mafia e corruzione sono un problema nazionale e internazionale. Perché nell’epoca delle mafie ‘imprenditrici’, che sparano di meno non per sopraggiunti freni morali, ma grazie a un sistema economico globale che permette loro di arricchirsi quasi nell’ombra e senza destare troppi allarme, è fondamentale denunciare il rischio di una sottovalutazione del fenomeno mafioso e ribadire che non esiste territorio, né Regione, né Stato che possano dirsi esente da questo parassita della democrazia, da questo ladrocinio di speranze, lavoro e dignità”.
I momenti centrali si svolgeranno il 20 e il 21 marzo. Il lunedì con il raccoglimento accanto ai familiari delle vittime innocenti delle mafie e la veglia interreligiosa di preghiera. Il 21 marted’ con il corteo nazionale e la lettura dei nomi in piazza e i momenti di approfondimento.
Lo slogan di questa Giornata, E’ possibile, “vuole portarci a riflettere su ciò che ciascuno di noi può fare per l’affermazione dei diritti e della giustizia sociale. La parola ‘possibile’ deriva da ‘potere’ e indica ciò che si può realizzare, ciò che può accadere. In un momento storico in cui le difficoltà sono numerose, con la crisi ambientale, sociale ed economica aggravata dalla pandemia e la vulnerabilità politica internazionale provocata dalla guerra, abbiamo il dovere di indicarci insieme la strada, di dirci dove può e deve portarci il nostro impegno comune”.
Oggi infatti ci troviamo “su un sentiero oscuro, dove talvolta non ci sono neanche le stelle a farci da guida. Ma se diventiamo tutti consapevoli di questo sentiero e del perché sia divenuto oscuro, possiamo attraversarlo e superarlo, per raggiungere l’alba del cambiamento necessario”.
Questo è “un tempo di ‘attraversamento’ difficile, in cui ci pare che le vecchie ‘mappe’ non servano più a ritrovare la strada -commentano da Libera- È un tempo complesso che ci chiede di metterci in gioco anche componendo nuovi orizzonti, ponendo in dialogo competenze diverse e saperi transdisciplinari, per generare un pensiero meticcio. ‘E’ possibile’ superare questa fase se a metterci in gioco siamo tutti, insieme: solo con il noi si può arrivare ad affermare la pace, la giustizia, la verità, i diritti, l’accoglienza e la libertà”.
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