Crotone: chi propaganda i confini chiusi adesso chiuda la bocca di fronte a questa ennesima strage
Per Mediterranea Saving Humans: “molti interrogativi su questo naufragio sono da chiarire.” E “solo canali legali e sicuri d’ingresso in Europa possono evitare altre tragedie.”
L’ennesimo naufragio, una tragedia annunciata, ha riempito di morte il nostro Paese.
Il nostro primo pensiero è per le persone naufragate, le loro famiglie, lǝ loro amicǝ. Da luoghi martoriati – Pakistan, Afghanistan, Iran, Siria – cercavano in Europa una futura vita migliore e hanno trovato la morte. Siamo straziatǝ e vicinǝ al loro dolore.
Ora, mentre il mare restituisce impietoso, insieme ai corpi di decine di bambinǝ, donne e uomini, la realtà e squarcia l’ipocrisia del governo, fioccano le dichiarazioni per coprire le proprie responsabilità e lavarsi le coscienze.
Il ministro degli Interni Piantedosi, con i cadaveri ancora distesi sulle spiagge calabresi, insiste con la campagna elettorale: bisogna “bloccare le partenze.” Ma le uniche partenze finora bloccate dal governo sono quelle delle navi di soccorso civile. Le uniche alternative per migliaia di donne uomini e bambinǝ, per loro, dovrebbero essere o la morte in mare o i campi di detenzione in Libia, in Turchia o da qualche altra parte.
La presidente del Consiglio Meloni parla di “responsabilità dei trafficanti.” Ma il traffico illegale esiste solo perché non vi sono canali d’ingresso legali in Europa. In ogni caso dimentica di dire che la tragedia umanitaria che ha trasformato il Mediterraneo in una grande fossa comune, non è iniziata oggi. Sa benissimo, Meloni, che senza alternative sicure, i trafficanti continueranno a proliferare e a fare i loro affari. Ma la “difesa dei sacri confini della Patria”, questa sporca propaganda che continua a inquinare qualsiasi dibattito sulle migrazioni, ha bisogno del suo tributo di sangue innocente.
Questa ennesima tragedia ci riempie di dolore, ma non ci impedirà, in nome di queste vittime e di tutte le vittime, di indagare e di interrogare.
Nel corso del 2022 sono approdate sulle coste calabresi del mare Ionio oltre 18.000 persone, da almeno tre anni questa è una delle rotte più battute: sono state dotate la nostra Guardia Costiera e la Guardia di Finanza che operano in quest’area di mezzi e uomini adeguati a tutelare la vita delle persone in arrivo? Che cosa si aspetta ancora a mettere in mare qui, così come nel Mediterraneo Centrale, una nuova straordinaria missione istituzionale, italiana ed europea, di ricerca e soccorso?
E, più nello specifico del naufragio della scorsa notte, quando è arrivata notizia alle Autorità competenti di questa imbarcazione in pericolo a qualche decina di miglia dalle coste italiane? Oltre a osservare dall’alto con il velivolo EAGLE1 che ha sorvolato il barcone alle 22.30 circa di ieri, quali misure ha adottato l’Agenzia europea Frontex, che è presente in zona anche con un pattugliatore della polizia di frontiera della Romania? Dove si trovava ieri notte questa motovedetta contrassegnata dalla sigla MAI, che risultava operare nei giorni scorsi tra il porto di Crotone e Roccella Ionica? Sono state adottate tempestivamente tutte le misure necessarie a soccorrere le persone che erano in pericolo di vita in un mare dove le condizioni meteorologiche stavano rapidamente deteriorandosi?
Di fronte a questa ennesima tragedia, siamo nauseatǝ dalle ipocrisie e dalla propaganda. Chiediamo invece con ancora più forza che siano aperti canali legali e sicuri d’ingresso in Europa, che i campi di detenzione in Turchia come in Libia siano evacuati, che l’Italia e l’Europa mettano in mare un’adeguata missione di soccorso istituzionale, che le navi della Flotta civile siano messe in condizione di operare senza ostacoli e criminalizzazione.
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