A cento passi dalla costa di Crotone
Stamattina sono morte decine di migranti nelle acque territoriali italiane, naufragati su un battello avvistato e segnalato da Frontex (Ue) in acque internazionali già da ieri sera. Ma, ancora una volta, i soccorsi non sono arrivati in tempo.
Oltre 100 i morti, giovani ma anche bambini, afghani e pakistani per lo più. I migranti si sono imbarcati a Smirne anche perché la rotta balcanica via terra è chiusa e ostacolata quotidianamente dai respingimenti a catena, ancora di recente invocati e rivendicati dal governo italiano, in Slovenia, Croazia, Ungheria, Serbia e Romania.
Ma nel lungo tratto di mare, dalla Turchia all’Italia, nessun soccorso istituzionale, nessuna nave europea, né greca od italiana, ha salvato i transfughi. Mentre il governo italiano è impegnato a sanzionare le ONG, a sequestrarne le navi, indebolendo il loro impegno assegnando porti lontani per rallentare le loro operazioni di soccorso in mare.
Le responsabilità personali, se esistenti, dovranno essere accertate dalle autorità giudiziarie competenti. Ma sotto i nostri occhi c’è l’ennesima, evitabile, strage di vite umane e la responsabilità politica della omissione di soccorso è già evidente sotto i nostri occhi.
Il Coordinamento di Area Democratica per la Giustizia
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