Il numero di febbraio di “Confronti” ospita uno speciale su Mario Paciolla
A quasi 30 mesi dalla scomparsa di Mario Paciolla, il cooperante italiano trovato morto nella sua abitazione in Colombia il 15 luglio 2020, “Confronti” ha dedicato alla sua memoria il numero di febbraio.
Il numero ospita uno “speciale Paciolla” che raccoglie un’intervista ai genitori, Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla, che ripercorre le tappe della loro strenua ricerca di giustizia, nonostante i tentativi messi in atto per ostacolare il raggiungimento della verità.
Anche Giuseppe Giulietti, presidente Articolo 21 e Federazione Stampa italiana, si unisce all’appello di verità e giustizia, non solo per Mario Paciolla, ma per tutti coloro che nell’esercizio del proprio lavoro all’estero non sono stati protetti, né da vivi né da morti. Per questo invita tutte e tutti i giornalisti a essere “scorta mediatica”, e ad accompagnare le iniziative dei familiari, dei legali, e degli amici che hanno realizzato una rete di solidarietà e di denuncia.
Un messaggio condiviso dall’avvocata Alessandra Ballerini, che sta seguendo la famiglia Paciolla nella ricerca di verità a giustizia, e che nell’intervista per Confronti invita tutta la comunità a prendere coscienza del fatto che i “casi” come quelli di Mario Paciolla riguardano tutte e tutti, perché i diritti sono indivisibili e quando si tocca il diritto di una qualsiasi persona si sta toccando il diritto di tutti. In particolare quando si tratta di diritti inviolabili, come quello alla vita e all’intangibilità dei corpi.
Segue sul numero un approfondimento di Andrea Mulas, che inscrive il caso Paciolla nel contesto colombiano, una storia in cui violenza e politica sono legate a doppio filo, e che coinvolge non sono solo i partiti politici tradizionali e i movimenti di guerriglia, ma anche i gruppi rivoluzionari e il narcotraffico. La copertina, dedicata a Mario Paciolla, è stata realizzata da Doriano Strologo.
Le battaglie per la ricerca della verità per i “casi” come quello di Mario Paciolla riguardano tutte e tutti. Pertanto non bisogna abbassare la guardia nella ricerca di verità e giustizia per Mario Paciolla e per tutti coloro che, come lui, hanno perso la vita nell’esercizio del proprio lavoro.
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