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Le opposizioni al Governo. “Bene sulla mafia, ma lottino pure per precari e sanità”

Lucrezia Ricchiuti * il . Criminalità, Diritti, Istituzioni, Mafie, Politica

Caro direttore,

bene ha fatto Federico Cafiero del Raho, nella giornata del 27 dicembre, a ricordare alla sorda aula di Montecitorio la teoria di stragi mafiose, snodatasi dalla metà degli anni 70 fino al 1992, che ha imposto al legislatore l’urgenza delle misure carcerarie più rigide, vale a dire il regime del 41-bis e i reati ostativi.

Altrettanto opportuni gli interventi di molti deputati dell’opposizione, i quali hanno sottolineato come il testo sull’ergastolo ostativo faticosamente partorito nella scorsa legislatura dalla Camera e trasfuso nell’originaria stesura del decreto legge c.d. Rave, sia stato peggiorato dal Senato, sia perché è stato previsto il giudice monocratico invece che il tribunale in composizione collegiale per le richieste dei benefici da parte dei mafiosi; sia perché dai reati ostativi è stata espunta la corruzione.

Nondimeno, ho assistito con una certa qual perplessità allo spiegamento ostruzionistico di forze parlamentari, in cui i gruppi del M5Stelle, PD, Alleanza verdi-sinistra e calendian/renziani hanno unito lamenti, ironie e critiche del tutto confliggenti tra loro, per contenuti e finalità.

È ben vero che il decreto legge n. 162 contiene disposizioni sbagliate (il nuovo e inutile reato di raduno musicale) o addirittura indigeribili (il perdono ai no vax); è altrettanto vero tuttavia che il rischio che uscissero dalle carceri mafiosi di alta caratura era reale e che la riforma Cartabia (che il Fatto quotidiano ha giustamente sempre criticato) dovesse quantomeno essere rinviata, sia pure non di molto.

Durante le nottate di ostruzionismo ho ascoltato rilievi esatti sulle carenze del nuovo regime ostativo per i mafiosi e sull’ennesima trascuratezza sulla corruzione; ma ho anche sentito la solita litania del garantismo peloso, ispirato dagli avvocati di clienti zeppi di contanti e ben individuabili, cui purtroppo si sono sommate voci di persone che esaltano vanamente la c.d. rieducazione e che dovrebbero invece avere l’insegnamento di Pio La Torre bene stampato in testa.

In definitiva, credo che le munizioni di opposizione politica potessero essere spese su temi diversi e, anzi, spero davvero che le urla e lo strappo di capelli delle minoranze parlamentari si ripetano a difesa – per esempio – dei lavoratori precari, della sicurezza sui cantieri e della sanità pubblica.

* Già parlamentare della Repubblica

Fonte: Il Fatto Quotidiano, 04/01/2023

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