La sicurezza pubblica in alcune Città metropolitane e in quelle medio-piccole
Alcuni giorni fa il Ministro dell’Interno ha convocato i Sindaci di Roma, Milano e Napoli per rassicurarli che la sicurezza di quelle città è al centro della sua attenzione annunciando anche l’invio, entro la fine dell’anno, di un centinaio di agenti di rinforzo, in sovrannumero (un regalo di Natale!) rispetto agli organici.
Aspettiamo di vedere se ci sarà la stessa attenzione (e sul punto ho forti dubbi) nei riguardi delle tante altre città di dimensioni medio piccole alle prese con i tanti problemi di insicurezza derivanti dalla criminalità predatoria, di strada, in molti casi divenuta sempre più aggressiva.
Che gli organici della Polizia di Stato e dei Carabinieri siano ormai inadeguati a fronteggiare la criminalità nelle sua molteplici forme lo vanno ripetendo da tempo gli stessi sindacati di polizia, molti sindaci di città di medie dimensioni, semplici cittadini, associazioni di commercianti.
Per ultimo è toccato al Procuratore della Repubblica di Trani, alcuni giorni fa, a lanciare l’allarme sulle difficoltà che si incontrano nel fare indagini con il numero ridotto di personale a disposizione.
E a proposito di nuove assunzioni nella Polizia si resta sgomenti innanzi alla persistente disattenzione della politica, ove si pensi che solo dopo un grande “sforzo” si è riusciti a trovare fondi nella legge di bilancio all’esame in Commissione parlamentare per l’assunzione di un migliaio di agenti per il 2023 (trovati, però 55 milioni per pagare gli straordinari a decorrere dal 2023).
Ora, se si pensa che il sottosegretario all’interno Molteni (che ha la delega alla pubblica sicurezza) ha dichiarato in piena campagna elettorale come entro il 2030, a causa dei pensionamenti, ci sarà un “buco” di circa 40mila operatori di polizia sull’organico attuale di 100mila unità, si dovrebbero pianificare e realizzare arruolamenti straordinari annui di almeno 5mila agenti per evitare di arrivare alla situazione drammatica prospettata.
E per far questo bisognerebbe pensare ad aumentare la ricettività alloggiativa nelle scuole di formazione e, magari, pensare di utilizzare le possibilità logistiche che potrebbero garantire alcuni grandi reparti della Polizia come a Palermo, Milano, Roma, Padova.
Servono più poliziotti e non “cittadini a scuola di controllo di vicinato” (è l’ultima novità del protocollo firmato a Monza tra la Prefettura e 32 Comuni) per una prevenzione sul territorio efficace che riesca a frenare i tanti fatti delinquenziali davvero insopportabili come, per ultimi, l’assalto con esplosivo per ripulire il caveau della Coop a Bologna; la rapina in una villa isolata a Perugia (in una giornata si sono contati una decina di furti tentati e commessi nelle abitazioni) con i malviventi che hanno picchiato marito e moglie ultrasettantenni impossessandosi di 4mila euro.
Ed ancora, a Roma, dove approfittando della solitudine di una donna di 84 anni, una truffatrice l’ha prima drogata per poi svaligiare la casa. Spavaldi, ad Iseo (Brescia), quattro finti poliziotti che fanno irruzione in una villa rapinando una famiglia.
Non mancano fatti di sangue come a Milano dove un cinese titolare di un bar viene assassinato a colpi di pistola; a Napoli dove un giovane di appena sedici anni viene gambizzato in strada; a Cagliari con i banditi che rapinano una farmacia ferendo ad un braccio il titolare; a Venezia con spari tra bande di stranieri; a Giave (Cagliari) dove in un assalto armato ad un blindato della Vigilpol, due guardie giurate ed una donna sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco sparati dai malviventi.
Non siamo ancora ai livelli di delinquenza raggiunti in alcuni paesi del Centro Sud America ma la strada imboccata è molto pericolosa se la sicurezza pubblica non diventa la priorità per il Governo.
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Una malinconica fine d’anno nella diffusa insicurezza pubblica
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