Indifferenza davanti all’abominio delle morti nel Mediterraneo è la barbarie
Migranti morti a largo di Lampedusa. Ripamonti: continuare a rimanere fermi e indifferenti davanti all’abominio
delle morti nel Mediterraneo è la barbarie
Ancora un naufragio al largo di Lampedusa. Quattro i dispersi tra cui due fratellini: un neonato di 3 mesi e uno di 6 anni. Fra i 33 sopravvissuti ci sono i genitori delle due piccole vittime. Erano su una piccola barca partita dalla Tunisia, affondata nelle acque davanti Lampedusa.
Appena due giorni fa un’altra tragedia del mare: una barca si era ribaltata sempre al largo dell’isola, in 40 erano stati tratti in salvo ma tre risultano ancora dispersi.
Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, nell’esprimere profondo cordoglio per le vittime, sottolinea: “È urgente intervenire nel Mediterraneo per porre fine all’ecatombe pressoché quotidiana di migranti. La politica, anche quella europea, assuma la propria responsabilità di governare le migrazioni. Illusorio e senza prospettive continuare a parlare di strategie per fermare le migrazioni. Le migrazioni non possono essere fermate ma devono essere governate. Continuare a rimanere fermi e indifferenti davanti all’abominio delle morti nel Mediterraneo non può essere strategia politica, perché è la barbarie”.
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Migranti morti a largo di Lampedusa. La nota del Centro Astalli
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