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Una malinconica fine d’anno nella diffusa insicurezza pubblica

Piero Innocenti il . Criminalità, Diritti, Forze dell'Ordine, Politica, SIcurezza, Società

Fra le tante emergenze che si vivono nel Paese da un po’ di tempo a questa parte, quella della sicurezza pubblica continua ad essere quella più accantonata dalla classe politica in generale.

L’attenzione si accentua solo quando si verifica qualche fatto delittuoso che coinvolge personalità o si caratterizza per modalità particolarmente violente. I tanti delitti che si annotano quotidianamente in molte città restano confinati nella dimensione locale e non contribuiscono a generare quell’allarme sociale nazionale che, forse, potrebbe stimolare a qualche iniziativa straordinaria chi è deputato a garantire la sicurezza pubblica su tutto i territorio nazionale e cioè il Ministro dell’Interno.

Ma forse non sarebbe sufficiente neanche questo se si riflette che non ha avuto risposta alcuna neanche la preoccupazione esternata oltre quattro anni fa (febbraio 2018) dalla Commissione Parlamentare antimafia nella sua relazione conclusiva di fine Legislatura, di come fosse stato possibile che eravamo diventato, tra i paesi civili e democratici, quello più “appetibile per i delinquenti”.

Le statistiche aiutano a comprendere i fenomeni e, nell’attesa di vedere dati consolidati sulla delittuosità nel nostro paese, stando agli ultimi report elaborati dal Servizio Analisi Criminale (Dipartimento della Pubblica Sicurezza) su alcuni ambiti criminali, è ipotizzabile che a fine anno si sforerà il valore dei 2,5 milioni di delitti denunciati (quelli commessi sono in numero maggiore) con la percentuale di oltre il 50% di reati contro il patrimonio, furti in particolare.

Sono questi ultimi, a ben vedere, che creano paure e particolari stati di ansia nelle vittime e non solo. Poliziotti e carabinieri ce la mettono tutta per individuare i responsabili in diversi casi arrestandoli nella flagranza di reato, in altri denunciandoli in stato di libertà (in processi che durano un’eternità, fastidiosi anche per le vittime), con risultati spesso sconcertanti di persone che tornano presto libere poco dopo e continuano a delinquere. Tutto reso possibile da una legislazione penal-processuale da rivedere, in fretta.

Così, mentre continuano gli inutili accordi di vicinato e di sicurezza urbana stipulati dai Comuni con le Prefetture (gli ultimi in provincia di Pavia e di Brescia) coinvolgendo i cittadini in compiti di segnalazione e annotazione  per le forze di polizia, che sono tipici della polizia di prevenzione e si insiste sulla installazione capillare di telecamere di videosorveglianza nelle strade e nelle piazze illudendo che così ci si sente più sicuri, la cronaca quotidiana registra un incremento di reati, alcuni dei quali di estrema violenza.

Riepilogando solo gli ultimi di questa fase finale di anno vanno segnalate le razzie di ladri nelle case di molte contrade a Ortona (Chieti), ai Castelli Romani, le odiose truffe agli anziani (a Torino ben 312 tra quelle tentate quelle consumate nei primi 325 giorni dell’anno), le intimidazioni mafiose come gli undici veicoli tra cui 5 autocompattatori, bruciati a Casarano (Brindisi) nel parcheggio di un’azienda che gestisce la raccolta di rifiuti o le bombe carta che a Siracusa hanno danneggiato un bar e a Napoli distrutto l’auto di un imprenditore che aveva denunciato alcune estorsioni.

Si è perso il conto delle lesioni dolose e dei tentati omicidi conseguenza di accoltellamenti in strada, spesso ad opera di giovani come accaduto negli ultimi giorni a Brescia con due minori arrestati dopo una serie di rapine a coetanei, a Bologna con un sedicenne accoltellato in stazione da due giovani.

Problematico per le donne anziane passeggiare per strada per il rischio concreto di essere aggredite e rapinate; l’ultimo fatto ad Ancona con una settantacinquenne buttata a terra da un malvivente che le ha portato via la borsa. Non si sta tranquilli neanche tra le mura domestiche e ne sa qualcosa una intera famiglia sequestrata e rapinata nella villa ad Arezzo da una banda di almeno sei delinquenti.

Episodi ancor più gravi a Torino dove in uno scontro tra bande un ragazzo viene gambizzato a colpi di pistola; ad Anzio dove in poche ore si registrano due agguati con due feriti uno dei quali colpito a fucilate; a Foggia dove un giovane viene ucciso a colpi di pistola da un minorenne poi arrestato.

Così, tristemente, sta finendo il 2022 senza che arrivi qualche notizia rassicurante di arruolamenti straordinari nella Polizia di Stato il cui organico – già oggi carente per fronteggiare la criminalità di strada – entro il 2030 si ridurrebbe di circa 40mila unità come annunciato alcuni mesi fa, in campagna elettorale, dall’allora sottosegretario all’interno Molteni confermato nell’incarico anche nell’attuale Governo.

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