“Cronache Criminali”, quando la cronaca racconta un paese
Luca Traini e la tentata strage di Macerata
Nel 2018 Luca Traini ha seminato il panico per le strade di Macerata, sparando nel giro di due ore a nove persone, ferendone sei, per “vendicare” il delitto di Pamela Mastropietro.
È il caso affrontato nell’appuntamento con “Cronache Criminali”, format originale coprodotto da Rai Approfondimento e Verve Media Company, in onda lunedì 21 novembre alle 23.35 su Rai 1.
Da uno studio virtuale, lo scrittore e sceneggiatore, già magistrato, tra i massimi esperti di crime, Giancarlo De Cataldo, conduce gli spettatori dentro quella storia e dentro quel tempo, per comprenderne meglio i contorni.
Un fatto che ha avuto un’ampia eco mediatica, coinvolgendo anche la politica. Per la sua matrice razzista, perché in passato l’attentatore era stato candidato al Consiglio Comunale, e perché il raid è avvenuto nei giorni della campagna elettorale per le elezioni del 2018. Attraverso i filmati esterni realizzati da Alessio Ferraro, si ripercorrono i momenti dell’attentato: le vittime di Traini, vive per miracolo, sono tutte di persone di colore.
A bordo della sua Alfa 147, il “lupo di Macerata” spara anche contro negozi, bar, discoteche. E infine contro le vetrine della sede cittadina del Pd. L’azione xenofoba si conclude davanti al Monumento ai Caduti, dove Traini si consegna ai Carabinieri. Ma prima l’uomo, con la bandiera italiana legata al collo, rivolge al monumento il saluto romano, gridando “W l’Italia!”.
Traini, interrogato dai magistrati, non si pente del suo gesto. Dice di aver agito per vendicare la morte di Pamela Mastropietro, ritrovata cadavere pochi giorni prima nelle campagne intorno Macerata, uccisa dal nigeriano Innocent Oshegale, immigrato irregolare, con precedenti per spaccio di droga. I suoi bersagli sono così diventati gli uomini di colore che, secondo lui, come Oshegale, vivono in Italia da irregolari e rovinano le città spacciando e commettendo crimini.
Traini, cui viene contestato di aver agito per odio razziale, rifiuta l’etichetta di razzista e offre agli inquirenti un sillogismo per giustificare il suo atto xenofobo: “Io volevo sparare agli spacciatori, non ai neri. E gli spacciatori, a Macerata, sono tutti neri!”. L’uomo è stato condannato a 12 anni di reclusione per strage aggravata dall’odio razziale. Sta scontando la sua pena presso il carcere di Ancona.
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