Appugrundrisse. Tornare a Napoli
Negli anni Dieci, l’amministrazione della nuova sinistra napoletana ha cercato di contrastare l’infame reputazione della città con l’aiuto di circostanze favorevoli, di un’imprenditoria furba, della mancanza di avversari politici e della buona volontà di chi è «rimasto».
Sono nate così alleanze controverse tra la borghesia in decadenza e i nuovi proletari, sullo sfondo degli intrighi di Napoli, dei suoi mutamenti sociali, della corsa alla supremazia nella febbre del turismo e dei brand culinari. Ma è solo all’alba di questo decennio, in una Napoli svuotata dalla pandemia e inaspettatamente nitida, che emergono le conseguenze di una trasformazione che già Marx, nei suoi Grundrisse, aveva profetizzato.
Paolo Mossetti scrive un diario che è insieme preciso e stralunato, con lo sguardo di chi, tornando, è costretto a riconoscere i luoghi della propria storia. La sua voce innamorata e caustica ci guida in un reticolo di strade, di professioni antiche che tentano di reinventarsi e di nuove che emergono.
L’affresco di una metropoli fragile e nevrotica: forse l’unico modo per raccontare il passaggio da una cultura politica arretrata a una modernità che ci appare ancora più brutale.
Paolo Mossetti
Appugrundrisse
Tornare a Napoli
minimum fax, 2022
Pagg. 278/€ 16,00
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