Migranti morti a largo di Lampedusa. La nota del Centro Astalli
Ripamonti: L’attacco ai confini non viene da un’umanità disarmata, ma da poteri forti che si alimentano con la cultura delle armi.
Il Centro Astalli esprime profondo cordoglio per la morte di una giovane donna avvenuta ieri a Lampedusa, dopo essere stata portata in salvo da una motovedetta della Guardia di Finanza che ha prestato soccorso ai naufraghi di un’imbarcazione alla deriva da giorni.
A questa tragica notizia si aggiunge quella di poche ore fa, il ritrovamento su un natante alla deriva che trasportava 51 migranti di un neonato senza vita, di appena venti giorni. Viaggiava con sua madre in fuga dalla Costa d’Avorio.
Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, dichiara: “Sono giorni complessi in cui si mettono in discussione l’obbligo di soccorrere chi rischia la vita in mare e il principio di solidarietà nei confronti di chi cerca salvezza.
Assistiamo increduli a inaccettabili distinzioni sul valore della vita di alcuni rispetto ad altri esseri umani.
Queste morti non ci lascino indifferenti ma al di là degli orientamenti politici, si ritorni a rimettere al centro del nostro agire democratico il principio di umanità verso chi è in difficoltà.
Papa Francesco ci mette in guardia da tempo dalla cultura dello scarto.
L’attacco ai confini non viene da un’umanità disarmata, ma da poteri forti che si alimentano con la cultura delle armi.
L’Italia sia motore europeo di umanità. Accogliamo la sfida: crescere come Unione per un’Europa continente di pace”.
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