La qualità della vita tra reati e sicurezza
Alcuni giorni fa ItaliaOggi e l’Università La Sapienza, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, hanno presentato la ventiquattresima edizione del rapporto sulla qualità della vita nel nostro paese esaminando nove ambiti tra cui quello relativo ai “reati e sicurezza”.
In tema di benessere generale Trento è in cima alla classifica (era stata in seconda posizione nel 2021), seguita da Bolzano. Trentadue province sul totale delle 107, tra cui quattro dell’Emilia Romagna (Bologna, Parma, Modena e Reggio Emilia), sono nel gruppo di quelle dove si vive bene, mentre Crotone, per il secondo anno consecutivo, è in fondo alla classifica.
In genere questi resoconti di fine anno, sempre particolarmente accurati, servono anche per stimolare amministratori e istituzioni locali ad un esame più attento di alcuni settori (affari e lavoro, ambiente, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, reddito e ricchezza, reati e sicurezza). Non sono mai mancate polemiche, distinguo, precisazioni da più parti sui singoli punti e quasi certamente ci saranno anche questa volta.
Tuttavia bisogna prestare attenzione ad un particolare, non trascurabile e cioè che i dati statistici (Istat) elaborati si riferiscono nella maggior parte dei casi al 2021 e, per i reati e la sicurezza addirittura al 2020. Si tratta, insomma, di dati in qualche modo già “vecchi” e con i moderni strumenti di raccolta e di trasmissione dati si potrebbe avere una situazione più aggiornata magari raffrontata con l’anno prima.
In tema, poi, di reati e sicurezza va peraltro sottolineato che in particolare nel 2020 (in parte anche nel 2021), in concomitanza con la grave situazione di pandemia connessa al Covid-19 e alle connesse forti restrizioni alla mobilità delle persone imposte su tutto il territorio nazionale, i delitti denunciati subirono un apprezzabile calo.
Comunque, tornando allo studio in questione, sul punto specifico si mette in evidenza come la situazione sui reati e sulla sicurezza sia buona e accettabile in 61 province, mentre nelle restanti 46 sia valutata scarsa o insufficiente e in quest’ultimo gruppo troviamo, sorprendentemente, insieme a sette città metropolitane (Firenze, Napoli, Genova, Torino, Roma, Milano e Bologna) due città considerate “tranquille” come Imperia e Prato.
Nell’ambito, poi dei reati contro il patrimonio, Prato (è la seconda città più popolosa ella Toscana dopo Firenze) è addirittura nella quart’ultima posizione nella classifica nazionale, al novantesimo posto nei sequestri di persona (1,95 per 100mila abitanti), terz’ultima in tema di traffico di stupefacenti, al centesimo posto riguardo a furti di vario genere e di rapine in banche e uffici postali. Insomma, pare di capire che da queste parti ci vorrebbe davvero una maggiore presenza di forze di polizia per aumentare il controllo del territorio.
Sconsigliabile recarsi in auto nella provincia di Barletta-Andria-Trani che registra, da tempo in realtà, il maggior numero di furti di veicoli in assoluto (567 per 100mila abitanti) superando Napoli(482), Bari (479), Foggia (468).
In tema di “altri furti” (per esempio in esercizi commerciali ecc…) Rimini è la peggiore (1621 delitti per 100mila abitanti) in buona compagnia con Milano (1.395), Bologna (1.248), Roma (1.212), Modena (1.112) ed in questa ultima città, poi, si annotano ben 320 furti in appartamento per 100mila abitanti che pongono la provincia in terz’ultima posizione con Bologna e Ravenna, rispettivamente penultima e ultima nella graduatoria.
Napoli (22), Vibo Valentia (22), Catanzaro (23), Trapani (25) e Foggia (28) occupano le ultime cinque posizioni per il maggior numero di estorsioni per 100 mila ab.
Una situazione generale della delittuosità che è andata peggiorando decisamente nel 2022, ma per avere un quadro preciso si dovrà attendere ancora circa un anno.
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