Presentato alla Provincia di Taranto il nuovo documentario di Rosy Battaglia “Taranto chiama”
“Bisogna illuminare Taranto, raccontare la bellezza di questa città e il suo futuro, senza dimenticare ciò l’ingiustizia ambientale di cui soffre causata dall’ex Ilva”.
È questo l’obiettivo di “Taranto chiama” il terzo documentario-inchiesta della giornalista investigativa e regista milanese Rosy Battaglia, presentato stamani alla stampa tarantina e pugliese nella Sala Giunta della Provincia di Taranto, insieme ad Alessandro Marescotti presidente di Peacelink. “Questo documentario può servire come strumento di aggregazione – dichiara Marescotti – e poi ovviamente sarà una preziosa ricostruzione della storia della città, sedimentata nelle storie e nei volti delle persone”.
Una produzione indipendente, per cui è aperta e in corso dal 19 settembre una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso, a cui tutti possono partecipare come co-produttori. Rosy Battaglia, dopo i due doc “La rivincita di Casale Monferrato” e “Io non faccio finta di niente” sulle lotte civiche di Brescia selezionato tra il 2021 e il 2022 in sette festival nazionali e internazionali, si sta già dedicando al viaggio – inchiesta che da Trieste arriverà a conclusione nel 2023, a Taranto.
Proprio a Trieste, nel 2020, i movimenti sono riusciti ad ottenere la chiusura dell’area a caldo della Ferriera, impianto industriale altamente inquinante, dando alla città la prospettiva di un futuro ecologico, sancito dall’abbattimento avvenuto domenica 18 settembre. Come è noto a Taranto le stesse lotte sono in corso da più di dieci anni intorno all’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, il polo siderurgico più grande d’Europa. Lo scorso gennaio l’Onu nel rapporto del Relatore speciale sulla questione del diritto umano al godimento di un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile, ha definito la città pugliese “zona di sacrificio”, una delle più inquinate della Terra.
“Una notizia tragica e per cui non possiamo fare finta di niente: se il costo della mancata transizione ecologica italiana ha il volto delle bambine e dei bambini di Taranto, tra pandemia e guerra sembra ci si sia dimenticati di ciò che sta succedendo in questa bellissima città. Così come delle sentenze della Corte Europea per i Diritti Umani dello scorso 5 maggio, dopo la sentenza del 24 gennaio 2019”, ribadisce Rosy Battaglia. “Ciò che ho raccolto in anni di inchieste sul campo e che andrò a documentare nei prossimi mesi è l’impegno di chi non solo chiede ma sta costruendo un nuovo modello di sviluppo, che di fatto, nell’inerzia delle istituzioni, è già nato e sta lavorando ad una città accogliente, dove cultura e ambiente sono al centro delle relazioni umane e sociali”. Anche per questo all’appello di “Taranto chiama” tra le prime comunità a rispondere sono state proprio Casale Monferrato e Brescia.
I fondi raccolti nel crowdfunding andranno a sostenere la produzione vera e propria, con il completamento di interviste e riprese, la promozione e la distribuzione del documentario che verrà presentato nel 2023.
Il progetto vede tra i sostenitori Fnsi e Teamdev, con il patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e il contributo straordinario del Premio Marcellino de Baggis con Articolo 21, Peacelink, Genitori Tarantini, Comitato Cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti, Comitato Donne e Futuro per Taranto Libera, Afeva, Basta Veleni, ISDE Italia – Medici per l’ambiente, Centro Studi Sereno Regis, Medicina democratica, Osservatorio per la comunicazione e l’informazione nella PA in Italia e in Europa dell’Università degli Studi di Salerno, Fondazione Finanza Etica e. Media Partner: La Nuova Ecologia, Greenme. Al raggiungimento del 90% dell’obiettivo il progetto riceverà il 10% di contributo dal Fondo del Microcredito e Crowdfunding di Etica Sgr e Banca Etica.
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“Taranto chiama”, al via il crowdfunding per il doc-inchiesta
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