Droga, allarme adolescenti in Lombardia
Comunità di recupero in Lombardia: sempre più lunghe le liste d’attesa. E candidati sempre più giovani. Per sostenere la cura e la prevenzione delle dipendenze la Regione stanzia 15 milioni per i prossimi due anni
In Lombardia le liste d’attesa per entrare nelle comunità per il recupero dalle dipendenze sono lunghissime. E con candidati dall’età media sempre più bassa.
«Assistiamo a un ritorno della droga nelle periferie, e questi luoghi attraggono persone dal centro e da fuori Milano, anche di 13 anni. Giovani che poi con un decreto del giudice del tribunale minorile arrivano in comunità», racconta don Chino Pezzoli, sacerdote che preside Fondazione Promozione e Solidarietà Umana, che nei suoi centri operativi e strutture correlate assiste 520 persone ed è fra le più grandi della Lombardia.
È d’accordo anche Simone Feder, psicologo e coordinatore dell’area Giovani e Dipendenze della Casa del Giovane – comunità che assiste 100 giovani con dipendenze -, che spiega: «Stiamo assistendo alla crescita del disagio psichico e sociale che porta sempre di più chi usa le droghe a consumarle in solitudine e lo rende ancora meno intercettatile. Un fenomeno che diventa patologico già in adolescenza».
Simone Feder ha collaborato direttamente, in qualità di esponente del Terzo settore, alla stesura della delibera approvata dalla Giunta regionale che dà concretezza alla legge regionale 23 del 2020 e avvia una prima rivoluzione della presa in carico dei soggetti pubblici e del privato sociale che operano nella lotta alle dipendenze.
A queste realtà sono destinati 15 milioni di euro per i prossimi due anni, di cui 6.1 milioni per il 2022 e 8.9 milioni il prossimo. Questo provvedimento sostiene sia la cura che la prevenzione di chi è dipendente dalle droghe, ma anche dal gioco d’azzardo e dalle cosiddette nuove dipendenze digitali.
«Abbiamo aumentato le tariffe delle strutture residenziali e semiresidenziali di cura delle dipendenze, inoltre la delibera prevede la creazione di 105 nuovi posti dell’area delle dipendenze, il 70 per cento in più di quelli accreditati al 30 settembre scorso, più altri 100 circa che erano già previsti, ma che erano ancora senza finanziamento. Al 1° gennaio 2023 verrà poi erogato un sostegno economico per la creazione di nuovi servizi nelle strutture che si occupano di persone dipendenti dall’alcol e affette, in concomitanza all’abuso di droghe, da patologie di natura psichiatrica», spiega la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti.
Questa riforma consente di implementare i percorsi di presa in carico socio-sanitaria esistenti e definisce nuove forme di recupero sociale e lavorativo delle vittime delle dipendenze patologiche. «Stiamo lavorando sulla presa in carico precoce coinvolgono le scuole e i tribunali dei minori, ma soprattutto le famiglie che sempre più spesso non si accorgono di nulla, e quando capiscono restano disarmate. Anche gli assuntori meno giovani rappresentano una categoria in crescita. In questo caso spesso il consumo di droga si associa ad altri fenomeni, come il gioco d’azzardo: il 60% dei cocainomani, ad esempio, è ludopatico. Inoltre vediamo una crescita del consumo delle droghe sostitutive, come alcuni farmaci», testimonia Simone Feder.
Concorda don Pezzoli che aggiunge: «Bisognerebbe parlare più spesso della droga e dei suoi effetti già ai bambini tra gli 8 e i 10 anni e ripartire dalle parrocchie, che con la loro rete sociale fatta di educatori, catechisti e amici intercettano precocemente il disagio legato alle dipendenze, anche nelle sue forme digitali».
La delibera della Regione guarda al futuro, ma anche al presente con «un aumento del 2.5 per cento degli stanziamenti per le strutture che soffrono per il caro energia con aumenti delle bollette del 300 per cento», conclude Feder.
Fonte: Avvenire/Cronaca di Milano & Lombardia
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