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Insicurezza: reale o percepita, sempre insicurezza è

Piero Innocenti il . Criminalità, Dai territori, Forze dell'Ordine, Istituzioni, SIcurezza, Società

Le statistiche sulla criminalità, relative al 2021 e ai primi sei mesi del 2022, riportate alcuni giorni fa da Il Sole24Ore, hanno riacceso il dibattito sul tema della sicurezza pubblica nelle nostre città.

Dichiarazioni ci sono state da alcune autorità di pubblica sicurezza, sindaci, politici locali, ma anche semplici cittadini, in gran parte dei casi “interpretando” i dati statistici e facendo rilevare la diminuzione dei delitti denunciati. In altri casi sottolineando il divario esistente tra l’insicurezza reale e quella percepita da parte dei cittadini (con qualche dichiarazione singolare come quella del questore di Cuneo secondo il quale “più alto è il livello di vita di una città, maggiore è il senso di insicurezza percepito”).

Ora, se è comprensibile lo stupore di quei politici locali che si sono mostrati sorpresi dall’indice di criminalità peggiorato nei loro territori, data la loro ben nota disattenzione sul tema, altrettanto non si può dire nei confronti delle autorità di pubblica sicurezza nelle singole province.

Nelle Questure, per esempio, sarebbe sufficiente attivare, periodicamente, l’articolazione interna dell’ufficio di Gabinetto (Upgaip, Ufficio Provinciale per la Gestione Automatizzata delle Informazioni di Polizia) per avere il controllo dei delitti denunciati in un certo periodo e fare gli opportuni raffronti con analoghi periodi passati.

Senza contare che, volendo una visione più generale sull’andamento della delittuosità, questi dati possono ben essere richiesti al Servizio Analisi Criminale (Dipartimento della Pubblica Sicurezza), un efficiente ufficio interforze deputato a raccogliere, a livello nazionale, i dati per fare le analisi conseguenti, indirizzando, se necessario, l’attività di prevenzione e investigativa in un settore o in un altro.

Anche i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduti dai Prefetti, che si riuniscono periodicamente, dovrebbero riservare riunioni specifiche sull’andamento della delittuosità nelle singole province e non solo quando si verificano eventi straordinari oggetto di speciale attenzione politico-mediatica.

Il Sole24Ore, dunque, riporta la graduatoria delle province, specificando i delitti denunciati su dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza (quelli commessi sono evidentemente di più, ma non vengono denunciati per una serie di motivi tra cui la scarsa fiducia dei cittadini nella giustizia) ogni centomila abitanti nel 2021 con la variazione percentuale rispetto al 2019 ( il 2020, l’anno del picco della pandemia, viene giustamente non considerato in questo raffronto).

In generale, si rilevano decrementi ovunque tranne in sei province ed in particolare a Grosseto (+1,3%), a Isernia (+ 8,8%), a Fermo (+3,4%), a Matera (+1,9%), a Rieti (+5,9%) e a Piacenza (con l’incremento percentuale maggiore: +11,7%) che ha destato una certa apprensione con qualche interpretazione singolare: il comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza ha voluto precisare che le rapine nelle abitazioni aumentate erano, in realtà, furti diventati rapine nel corso degli episodi delittuosi; il che non muta affatto il delitto denunciato.

Incrementi apprezzabili dei delitti informatici un po’ ovunque, delle violenze sessuali (un più 24% nel primo semestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019), delle estorsioni (addirittura con Biella in cima alla classifica davanti a Vibo Valentia e Trapani), degli incendi e danneggiamenti seguiti da incendi, delle aggressioni sulla pubblica via, dei furti negli esercizi commerciali (Milano in testa con 222 delitti ogni 100mila abitanti).

Barletta e Foggia continuano a detenere, da tempo, il primato non invidiabile, di province dove si rubano più autovetture (rispettivamente 726 e 595 furti ogni 100mila abitanti), mentre Napoli è in testa ai furti con strappo (57 ogni 100 mila abitanti), seguita da Milano con il rapporto di 56. Il capoluogo lombardo primeggia nei furti con destrezza con 666 casi ogni 100 mila abitanti seguita da Rimini che, nella lunga stagione estiva, registra un flusso straordinario di presenze, con il rapporto di 444 episodi.

Ad alimentare l’insicurezza diffusa sul territorio che è reale e non percepita (come ci si ostina a considerarla in alcune città), le violente risse con l’uso di bastoni, tirapugni ed altri corpi contundenti che avvengono tra gruppi di giovani e giovanissimi in diverse piazze e l’uso spregiudicato che si rileva, da qualche tempo a questa parte, di coltelli per compiere delitti anche gravi o risolvere situazioni di conflittualità tra le persone, talvolta anche per futili motivi.

E sul punto sarà interessante esaminare i dati statistici di quest’anno, in elaborazione, sui delitti denunciati di lesioni dolose (furono poco più di 16mila nel 2021), risse, percosse e  tentati omicidi, nelle singole province.

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