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La Costituzione è troppo vecchia?

Rocco Artifoni il . Istituzioni, Politica, referendum e costituzione, Società

Cominciamo male. Francesco Lollobrigida, cognato di Giorgia Meloni e capogruppo alla Camera per Fratelli d’Italia, dopo il voto del 25 settembre si è pronunciato sulle riforme costituzionali, dicendo che “si può provare a migliorare la Costituzione, tenendo conto che è bella ma che ha anche 70 anni di età”.

Già nel 1994 il centrodestra sostenne che la Costituzione fosse ormai troppo vecchia. Resta memorabile a tal proposito la risposta di Giuseppe Dossetti: “non abbiate prevenzioni rispetto alla Costituzione del ’48, solo perché opera di una generazione ormai trascorsa. La Costituzione americana è in vigore da duecento anni, e in questi due secoli nessuna generazione l’ha rifiutata o ha proposto di riscriverla integralmente, ha soltanto operato singoli emendamenti puntuali al testo originario dei Padri di Philadelphia, nonostante che nel frattempo la società americana sia passata da uno Stato di pionieri a uno Stato oggi leader nel mondo”.

Insomma, le Costituzioni non hanno una scadenza e la loro età – anziché essere considerata un difetto – potrebbe segnalarne il valore. Perciò non ha senso cambiare una Costituzione con la banale motivazione dell’età avanzata. Se una cosa è “bella”, nel “provare a migliorare” – se i restauratori non fossero molto esperti e capaci – non si corre forse il rischio di rovinarla?

Bisognerebbe invece indicare ciò che si vuole modificare e per quali ragioni. Nel programma della coalizione di centrodestra si dice: “elezione diretta del Presidente della Repubblica”. Nemmeno una riga per spiegare per quali motivi sarebbe utile cambiare l’attuale procedura per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Considerando i tre principali soggetti delle istituzioni politiche – il Parlamento, il Presidente della Repubblica e il Governo – volendo scegliere quale organismo abbia dato miglior prova di sé negli ultimi decenni, senza dubbio dovremmo indicare il Presidente delle Repubblica. Se questo è vero, la coalizione di centrodestra dovrebbe spiegare perché progetta di cambiare proprio ciò che ha funzionato meglio.

Forse una risposta sta nel fatto che negli ultimi decenni nessuno dei Presidenti della Repubblica eletti può essere associato a forze politiche del centrodestra. Ma sarebbe assurdo modificare un’istituzione perché a ricoprirne il ruolo finora sono stati altri. Le istituzioni si devono rispettare indipendentemente dalla vicinanza politica di chi le rappresenta pro-tempore.

Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente, disse: “L’Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore”. Sarebbe meglio non dimenticarlo.

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La vittoria (di Pirro?) del centrodestra

Verso il voto, senza consapevolezza

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