L’impressionante espansione delle mafie italiane in Europa
Fa una certa impressione rileggere, a distanza di molti anni, la prima stringata relazione della DIA (1992).
In particolare la parte sulle proiezioni delle mafie nostrane all’estero, in quel periodo ancora non evidenziate, per passare, poi, a quella del 2000 in cui si da conto, sempre in maniera molto concisa, di alcune attività investigative con la Francia (operazioni “Cento” e “Maestrale” riguardanti sodalizi criminali dediti al traffico internazionale di stupefacenti e al contrabbando di tabacchi), con la Germania, con la Grecia (operazione CRNA-GORA), con l’Olanda, con il Regno Unito (operazione “Property”), con la Spagna.
Da allora grazie ad una migliorata attività di cooperazione con le forze di polizia degli altri paesi dell’UE e ad una accentuata attenzione investigativa della DIA, la situazione è decisamente cambiata ed il quadro che emerge negli ultimi anni sulle presenze delle mafie italiane in UE è decisamente allarmante.
Così, sin dal 2017, la presenza della ‘ndrangheta nell’area d’oltralpe ha assunto particolare rilievo con le ‘ndrine del reggino che si sono insediate in Costa Azzurra a Mentone (il clan Pellegrino) e Nizza (i clan di Rosarno e di Delianuova) per riciclare denaro in attività economiche (soprattutto nel settore immobiliare), mentre quelle della Locride hanno concentrato i loro interessi sul traffico di stupefacenti principalmente a Tolone (i Morabito) e Marsiglia.
La Germania risulta di notevole interesse per il mercato degli stupefacenti con la cosca Farao-Marincola operativa nei Lander dell’Assia e del Baden Wuttemberg dove pure operano elementi contigui ai Pesce Bellocco di Rosarno. Già cinque anni fa cellule di clan camorristi erano stati localizzati a Berlino, Amburgo, Dortmund e Francoforte legati al mercato della contraffazione, al contrabbando di tabacchi e al traffico di stupefacenti. Presenze della criminalità organizzata di origine pugliese (clan Pellegrino di Squinzano) sono state rilevate in diverse attività criminali nell’ambito dell’operazione “Vortice Dejavù”.
Presenze, sia pure non fortemente radicate di sodalizi criminali di matrice italiana (i Pesce di Rosarno), si rilevano pure in Austria nella gestione di attività finanziarie, societarie e immobiliari.
È il Belgio che registra tra i paesi europei una consistente presenza della criminalità organizzata siciliana, prevalentemente dedita al mercato degli stupefacenti mentre nei Paesi Bassi è sempre forte la presenza di esponenti della ‘ndrangheta (cosca Bellocco) e di elementi contigui alla cosca Ruga-Loiero-Metastasio di Monasterace (RC). Gruppi riconducibili alla camorra (clan La Torre, Polverino, Gionta, Gallo, Sarno) sono attivi nel traffico di stupefacenti nel gioco d’azzardo e nel riciclaggio.
“Uffici di rappresentanza” mafiosi sono operativi anche in Spagna (qui, in realtà, si registrano le maggiori proiezioni internazionali delle mafie italiane), a Malta, nel Regno Unito.
L’espansione delle mafie italiane si è consolidata negli ultimi anni e così in Spagna al termine di indagini coordinate dalla DDA di Catanzaro (operazione Molo 13) sono stati denunciati per traffico internazionale di cocaina alcuni esponenti di spicco della famiglia Gallace di Guardavalle e della famiglia Giorgi (operazione Platinum Dia) sempre nel prolifico settore degli stupefacenti.
In Francia sempre effervescente la presenza della criminalità mafiosa di matrice campana come emerso nella operazione “Maddalena” che ha consentito di individuare una rete criminale dedita al traffico di cocaina e marijuana sull’asse Sardegna Corsica.
Oltre ai Paesi Bassi, alla Germania, al Belgio, la presenza della criminalità organizzata italiana è stata rilevata nella Repubblica Slovacca (operazione Bratislava della DDA di Roma con l’individuazione di un’associazione per delinquere strutturata come una vera holding della truffa), nella Repubblica Ceca (operazione Giallo Oro in cui è emersa la gestione illecita di prodotti petroliferi destinati ad essere immessi in consumo in Italia), in Romania (operazione Petrolmafie, in cui è emersa l’illecita commercializzazione di carburanti ed il riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestate a soggetti insospettabili, semplici prestanome, da parte dei clan Piromalli, Cataldo, Labate, Pelle, Mancuso e delle famiglie mafiose Mazzei e Fillera di Catania).
Ma non è tutto e anche nel 2022 sono in corso indagini in diversi paesi europei con le mafie italiane che continuano a fare straordinari “affari” nella generale disattenzione della politica.
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Gli “affari” della criminalità organizzata italiana nella Repubblica Ceca
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