La criminalità organizzata presente in Inghilterra
In Inghilterra non esistono organizzazioni criminali strutturate in rigide e articolate gerarchie, efficienti e operanti a livello nazionale. Si tratta per lo più di gruppi che agiscono localmente e di rado hanno ramificazioni su tutto il Regno Unito.
Eppure, anche se di dimensioni ridotte, questi hanno collegamenti più o meno stabili con organizzazioni estere. Una caratteristica che accomuna le associazioni delinquenziali britanniche è la loro appartenenza a gruppi etnici o nazionali specifici; così abbiamo i giamaicani, i cinesi, gli italiani, gli israeliani, i turchi, gli africani. L’omogeneità etnica ne costituisce anche il principale vincolo associativo.
Pare quasi una singolare nemesi storica, che la nazione protagonista in passato della formazione di un impero coloniale tanto vasto sia ora in qualche modo colonizzata da gruppi criminali provenienti dai paesi un tempo soggetti al dominio inglese. In realtà il fenomeno può essere letto anche in altra chiave e cioè che proprio l’emarginazione etnica può essere stata la causa di fondo delle attività delittuose da loro svolte.
Il mercato inglese continua ad essere uno dei più importanti nel mondo e questo non poteva non suscitare l’interesse anche delle mafie nostrane.
È la relazione della DIA presentata in Parlamento nei primi mesi dei quest’anno a sottolineare questa loro infiltrazione “nel tessuto economico britannico, investendo e reimpiegando i proventi delle attività di riciclaggio, sfruttando le vulnerabilità e le peculiarità della normativa sul diritto societario anglosassone”.
Di scarsa efficacia sino ad oggi anche la legge antiriciclaggio del 2018 denominata “Criminal Finances Bill” per cui si continuano a registrare immissioni di denaro sporco nel circuito legale. Emblematica a riguardo l’operazione “Corolla” dell’aprile 2021 con cui il Tribunale di Roma ha emesso un decreto di sequestro nei confronti di un imprenditore che aveva costituito e gestito diverse società la cui riconducibilità all’effettivo proprietario delle imprese italiane era ostacolata dalla interposizione fittizia di soggetti ubicati alle Isole Vergini Britanniche, Panama, Lussemburgo al fine di far confluire su conti correnti oltre confine ingenti disponibilità finanziarie, frutto di frodi fiscali e bancarotte in Italia.
L’anno prima, con l’operazione “Imponimento” e “Rinascita Scott” erano emerse numerose operazioni di riciclaggio nel Regno Unito attribuibili, rispettivamente, alla cosche Anello-Fruci e Mancuso.
Interessi anche della camorra (con i Casalesi) come emerso nella operazione del 2020 denominata “Dirty Class” in cui è emerso un metodo per riciclare soldi di provenienza illecita attraverso una serie di giri in società londinesi.
Ci sono, poi, i giamaicani che vengono denominati yardies o yard boys dal nome di una baraccopoli di Kingston chiamata, appunto, the yard o the jungle. Si occupano di traffico di cocaina, dello spaccio del crack e del riciclaggio relativo. Costituiscono una molteplicità di bande in concorrenza tra loro e con organizzazioni di altre etnie per il mercato dellacocaina. Sono particolarmente violenti e fanno uso di armi.
Ci sono, poi, i cinesi che, organizzati secondo i rituali e le strutture tipiche delle Triadi, si occupano di estorsioni, gioco d’azzardo, prostituzione e in misura minore di traffico di stupefacenti. I legami internazionali di questi gruppi sono scontati.
Nel panorama criminale troviamo anche gruppi israeliani costituiti alla fine degli anni Sessanta e nei primi anni Settanta del secolo scorso come conseguenza della fuga da Israele di un certo numero di di giovani malviventi che vollero fuggire dalla coscrizione per la guerra del Kippur rifugiandosi in Gran Bretagna ma anche in Germania, Olanda, Belgio e Francia. Operano in prevalenza nella zona di Londra e sono specializzati nel traffico di droghe, riciclaggio e truffe.
Della Nigeria e del Ghana sono in principali componenti dei gruppi africani specializzati nel traffico di eroina. Il loro ruolo si evidenziò con gli arresti, a partire dalla metà degli anni Ottanta, di un numero crescente di corrieri che trasportavano droga nascosta nel corpo (i cosiddetti “ovulatori”).
Anche gruppi criminali di origine turco-cipriota operano sul mercato dell’eroina e sono attivi nella zona di Londra e nel sud-est dell’Inghilterra.
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Gli “affari” della criminalità organizzata italiana nella Repubblica Ceca
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